Roma, l'arma del turnover per provare a sfatare il tabù San Paolo

Roma, l'arma del turnover per provare a sfatare il tabù San Paolo
di Mimmo Ferretti
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Venerdì 31 Ottobre 2014, 06:06 - Ultimo aggiornamento: 13:45
Roma in testa alla classifica, alla pari della Juventus. Ma il dibattito, nel mondo giallorosso, è alimentato da un quesito, da un dubbio: felici per essere al primo posto o (ancora) avvelenati per quanto accaduto lo scorso 5 ottobre a Torino? L'aritmetica offre un aiuto facile facile: se la squadra di Garcia allo Juventus Stadium avesse solo pareggiato, oggi avrebbe tre punti più dei campioni d'Italia. E il pareggio sarebbe stato risultato addirittura stretto, per i giallorossi. Se, insomma, Rocchi non avesse convalidato il gol di Bonucci, irregolare per posizione di fuorigioco di Vidal (come confermato dallo stesso Max Allegri, a fine gara), oggi la Roma sarebbe da sola in testa con +3 sulla Juve. Inutile (fino a un certo punto...) pensare a cosa sarebbe oggi la classifica se la Roma avesse vinto, se non avesse avuto contro due rigori fasulli... Ma la realtà, oggi, racconta di una Roma che - al di là di tutto - ha vinto 7 gare su 9, che ha segnato gli stessi gol della Juve subendo lo stesso numero di reti (comprese le tre di Torino...) dei bianconeri; una Roma che in campo nazionale continua a fare benissimo, e a vincere le partite dell'Olimpico, 5 su 5, mantenendo la propria porta ancora inviolata. Non male per una squadra che, prima del Cesena, veniva data in crisi per aver vinto solo una partita nelle ultime cinque: in realtà, all'appello mancavano soltanto (alcuni) risultati, tra campionato e Champions. Che dire, allora, della Juventus attuale che ha perso due (Olympiacos e Genoa) delle ultime tre gare?



LE IPOTESI

Più forte degli infortuni (e degli errori arbitrali), la Roma si avvicina all'appuntamento di domani a Napoli con la consapevolezza della propria forza e con il massimo rispetto per l'avversario. Rudi Garcia, due sconfitte su due lo scorso anno al San Paolo, sta studiando da giorni come affrontare la squadra di Rafa Benitez davanti al proprio pubblico: Astori, infortunatosi contro il Cesena (ennesimo ko muscolare in casa Roma...), non ci sarà (si sospetta uno stiramento agli adduttori della gamba sinistra: oggi accertamenti, stop di tre settimane nelle migliori delle ipotesi), Maicon neppure (è in dubbio anche per Monaco) mentre Manolas, vittima mercoledì di un problema al ginocchio, dovrebbe farcela. Rispetto alla gara contro i romagnoli, ci sarà il ritorno tra i pali di De Sanctis e quello in attacco di Totti. Ad uscire sarà uno tra Iturbe e il nervoso Destro, ma l'ipotesi di vedere in campo dal primo minuto Florenzi non è assolutamente campata in aria. La sensazione è che, vista l'importanza della partita, Rudi - al di là delle dichiarazioni ufficiali - per le scelte non terrà conto della sfida di Champions in casa del Bayern. Sospetto, poi, l'accantonamento mercoledì sera di Holebas: a Napoli potrebbe esserci lui, e non Cole, sulla corsia di sinistra. Insomma, ancora una Roma molto diversa rispetto a quella precedente: contro il Cesena ben 7 cambi (mai successo nelle precedenti 11 partite) rispetto alla Sampdoria, domani altro giro, altra rotazione. Un turn over obbligato e al tempo stesso normale, naturale che non sta intralciando il cammino dei giallorossi, segno che lo spartito è di valore e che l'interpretazione dei singoli non lo modifica, non lo scalfisce. Proviamo, allora, a fare due conti: De Sanctis, Totti, Yanga-Mbiwa, Nainggolan, forse Florenzi e Holebas, le probabili novità del San Paolo. Oggi allenamento di rifinitura, prima della partenza per Napoli.