Maurizio Stirpe, il suo Frosinone e l'ironia:
«Claudio Lotito? Un veggente di calcio»

Maurizio Stirpe, il suo Frosinone e l'ironia: «Claudio Lotito? Un veggente di calcio»
di Nino Cirillo
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Domenica 17 Maggio 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 10:11
dal nostro inviato
FROSINONE Maurizio Stirpe è un capitano d'industria -16 stabilimenti per la componentistica d'auto sparsi per il mondo, 2.200 dipendenti, presidente di Unindustria-, ma stasera è soprattutto un figlio e un tifoso: «Sì, dedico la vittoria a mio padre Benito. Il suo sogno diventa realtà». È alla sua quarta promozione in 12 anni. C'è un segreto dietro questi successi?
«Il Frosinone di oggi è frutto di una seria programmazione, un esempio di società solida.. Come si potrebbe dire del Carpi, del resto ...».
Già, il Carpi, i diritti televisivi e Lotito. Un pensiero per lui?
«Direi che posso considerarlo un veggente. E comunque un grande intenditore di calcio, questo sì».
Si è commosso a fine partita, ma ora starà già pensando al futuro. Cosa ha in mente per il Frosinone in Serie A?
«Non sconvolgeremo la squadra, questo posso anticiparvelo. E quanto allo stadio, sono convintissimo che avremo la deroga per continuare a giocare nel vecchio impianto, almeno all'inizio del prossimo campionato. E daremo anche una mano al Comune per il completamento del Casaleno».
Quando ha cominciato a crederci ?
«Solo un mese e mezzo fa nessuno se lo sarebbe immaginato. Mi aspettavo di stare nella griglia dei play off perché la squadra è stata sempre fra le prime otto. Ma che poi ci fosse questo guizzo finale, beh, questo non me l'aspettavo. Un finale incredibile. Onore a loro che ci hanno sempre creduto».
Per «loro» chi intende?
«Intendo i dirigenti, l'allenatore, lo staff tecnico. E comunque, al di là della loro competenza e delle loro buone scelte, questo è il risultato dell'umiltà, dello spirito di sacrificio, della grande compattezza che tutte le componenti del club hanno avuto negli ultimi due anni».
Frosinone Calcio va in serie A? E la città di Frosinone?
«Le promozioni sono tutte belle, ma ognuna da certi punti di vista è emblematica. Questa non solo materializza il sogno di mio padre, ma dà alla città l'opportunità di recuperare una identità e uno spirito che possono costituire la base per un nuovo ciclo di sviluppo di questo territorio».