Serie A, si parte, come VAR? Speriamo tutto bene...

Serie A, si parte, come VAR? Speriamo tutto bene...
di Emiliano Bernardini
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Sabato 19 Agosto 2017, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 20:10
dal nostro inviato
FIRENZE
Partiamo da un presupposto: la Video Assistant Referee, meglio conosciuta come VAR o più popolarmente moviola in campo, è una tecnologia che rivoluzionerà il nostro campionato. E’ una novità e ha bisogno di tempo per perfezionarsi e soprattutto dell’aiuto di tutti. Dopo aver girato tutti i ritiri della squadre di serie A e aver spiegato questa nuova tecnologia a giocatori, tecnici e staff, ieri, nel centro federale di Coverciano, Roberto Rosetti, responsabile del progetto VAR, ha esposto il funzionamento anche alla stampa. Serve «preparazione», questa la parola più volte usata durante la sua spiegazione. La Var sarà di grandissimo aiuto ma non potrà risolvere tutti i casi. O meglio agirà dentro un protocollo internazionale stabilito dall’IFAB, cioè l’organizzazione che definisce le regole del gioco del calcio. Badate bene è internazionale e non italiano, per questo anche i termini utilizzati saranno in inglese. I primi a partire saranno Italia, Germania e Portogallo. Gli altri? Qualcuno ha preferito aspettare, altri invece non sono stati dichiarati ancora idonei.

LA SQUADRA
Gli arbitri in campo tornano ad essere quattro: il direttore di gioco, due guardalinee e il quarto uomo che sostituirà il giudice di gara in caso d’infortunio. Poi ci sarà una saletta con dei monitori davanti ai quali ci saranno il Var 1, il suo assistente detto Avar e un osservatore. Tutti sono in collegamento tra di loro tramite delle radioline. Quello che viene detto in campo è sempre ascoltato dal Video assistant referee che, invece, dovrà schiacciare un tasto per parlare con l’arbitro. Il Var 1 sarà sempre un arbitro top, ossia un fischietto che ha diretto almeno una partita di serie A. Così come l’Avar (arbitro o assistente top). L’intervento dovrà essere su errori chiari legati alle situazioni da protocollo. Minima interferenza, massimo beneficio.

L’UTILIZZO
Le situazioni sono quattro. E non si può andare oltre. Valuterà se il gol è regolare oppure no, i falli da rigore, i casi da espulsione diretta e lo scambio d’identità nelle sanzioni. Tutto il resto non verrà attenzionato. Ad esempio rimesse laterali, dal fondo o l’errata assegnazione di un corner. E se da quel calcio d’angolo concesso erroneamente nascesse un gol? Amen. Il principio è che non si deve interrompere la fluidità del gioco. Altrimenti bisognerebbe controllare ogni singola cosa e ne perderebbe la qualità. Starà ai tifosi entrare nella nuova mentalità.

COME FUNZIONA
Il Var è come un portiere che salva il risultato nelle situazioni difficili. Il processo decisionale non cambia: la decisione è sempre presa sul campo dall’arbitro. Fuori dal terreno di gioco i componenti del Var seguono la gara davanti a più monitor. Qui inizia il check silente: il frazionamento dell’azione in più istanti. Il Var 1 guarda la partita su un monitor principale e nel caso in cui noti un episodio da protocollo, abbassa lo sguardo su un secondo schermo in cui l’azione riproposta con tre secondi di ritardo è ripresa dalle 4 migliori angolazioni possibili. Se c’è un errore o presunto tale, viene operata una distinzione sulla base dei fatti ossia la cosiddetta Overrule (ad esempio nei casi di fuorigioco) o sulle situazioni con interpretazioni arbitrali cioè la On Field Review (ad esempio punibilità del fallo di mano).

COSA FA IL DIRETTORE DI GARA
L’arbitro fa un gesto molto chiaro quando entra in gioco la Var: mima uno schermo con le dita. Stesso segnale che chiude l’operazione. Nel caso gli venga consigliato di rivedere l’azione andrà a consultare un monitor posto tra le due panchine. La Referee Review Area sarà off-limits: nessuno può avvicinarsi, pena ammonizione per i giocatori e allontanamento dal terreno di gioco per i tecnici. Giallo anche per tutti i calciatori che protestando richiedono la moviola. E poco importa se ci vorrà qualche secondo in più (sono stati stimati circa 30 secondi), inizialmente sarà importante l’accuratezza e non la tempistica» sottolinea il designatore della Can A, Nicola Rizzoli. Oggi l’esordio in Juventus-Cagliari. I calciatori sono pronti e come riscontrato da Rosetti hanno capito l’importanza del progetto e di un cambiamento epocale.
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