Sibilia e Tommasi: «Ringraziamo Tavecchio, ma ora il calcio riparta». Ulivieri: «Non mi dimetto o c'è pericolo che arrivi Malagò»

Sibilia e Tommasi: «Ringraziamo Tavecchio, ma ora il calcio riparta». Ulivieri: «Non mi dimetto o c'è pericolo che arrivi Malagò»
di Redazione Sport
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Lunedì 20 Novembre 2017, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 20:19

«C'è stata una componente autorevole che ha pensato di non fare più parte della maggioranza e noi ne abbiamo preso atto. Ringraziamo Tavecchio per quello che ha fatto, ora il calcio ha bisogno di ripartire e cominciare un nuovo percorso». Lo ha detto il presidente della Lnd, Cosimo Sibilia, dopo il consiglio federale in cui Carlo Tavecchio ha annunciato le sue dimissioni. «La lega dilettanti era per le dimissioni? Il presidente ha letto una dichiarazione e si è dimesso, il resto non conta. Quando siamo arrivati aveva già deciso. Posso solo dire che quando noi abbiamo partecipato al tavolo con le componenti abbiamo detto con chiarezza che serviva una maggioranza ampia per poter fare le riforme. Se questa maggioranza non c'è non possiamo andare avanti», ha sottolineato Sibilia lasciando la sede della Figc. «Tavecchio ha parlato di sciacallaggio politico? Non so a cosa si riferisse», ha tagliato corto Sibilia.
 



«Il Consiglio federale resta in carica, Tavecchio si occuperà della gestione ordinaria fino a nuove elezioni che dovranno essere indette entro 90 giorni». Così Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, ha fotografato la situazione in Federcalcio a seguito delle dimissioni del presidente Carlo Tavecchio. «Il commissario non è previsto, ora serve un progetto rivoluzionario e innovativo». «Prendo atto della decisione del presidente Tavecchio - ha aggiunto Gravina - spero che in tempi brevi vi sia la convocazione di un'assemblea come espressione democratica, nella speranza che tutte le espressioni di questo mondo possano esprimere una progettualità innovativa e rivoluzionaria. Non sono sorpreso dalle dimissioni di Tavecchio, ma dispiaciuto per le modalità di gestione, il presidente avrebbe dovuto darci la possibilità di replicare. Il commissario non è previsto dallo Statuto», conclude

«Il Consiglio federale rimane in carica per l'ordinario: io non le do le dimissioni, altrimenti c'è il pericolo che arrivi davvero Malagò...». Lo ha detto Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, uscendo dal consiglio della Figc. «Quello di oggi è un segnale grosso, un segno di debolezza. Rispetto la decisione di Tavecchio, ha chiesto le dimissioni di tutti come gesto politico: ma dobbiamo restare per garantire l'ordinaria amministrazione, altrimenti davvero arriva qualcuno da fuori e sarebbe una iattura...».

«Adesso serve un progetto che nelle prossime elezioni sia condiviso il più possibile». Sono le parole di Damiano Tommasi, presidente dell'Aic, dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio da presidente della Figc. «Non ha lasciato parlare nessuno, Tavecchio ci ha comunicato le sue intenzioni e farà ordinaria amministrazione fino alle prossime elezioni. Il prossimo presidente? Mi auguro che sia qualcuno che possa parlare di calcio», ha proseguito Tommasi. «Io candidato? Nessuno me lo ha chiesto fino ad ora, cerco di rappresentare gli atleti».

«Finalmente sono arrivate le dimissioni di Tavecchio. Ma la crisi del calcio italiano è più profonda del cambio di un vertice e la rifondazione deve essere totale». Lo afferma Paolo Cento, della segretaria nazionale di Sinistra Italiana. «Vivai calcio professionistico e non solo, impianti sportivi di base e non solo quelli di serie A queste devono essere le priorità. Infine - conclude Cento - un consiglio al ministro Lotti : il governo non si impicci nelle nomine dei nuovi vertici e si preoccupi di trovare risorse per gli impianti di base».

«Le dimissioni del Presidente Tavecchio sono un lodevole atto di responsabilità. La Divisione calcio a cinque, da me rappresentata, è consapevole del grande onere che ha assunto giocando un ruolo determinante nell'esito dell'odierno consiglio federale». Sono le parole del Presidente della Divisione Calcio a cinque, Andrea Montemurro, dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio. «Ribadisco la stima umana per Tavecchio, ma con trasparenza e lealtà ho sempre anteposto l'interesse del futsal e di tutto il movimento del calcio alle logiche di parte. Dopo questa drammatica giornata la Federcalcio abbia il coraggio di dar vita a una rivoluzione meritocratica che valorizzi finalmente le energie e le competenze dello sport italiano», ha aggiunto Montemurro.

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