Lazio-Inter, Inzaghi contro Mancini: l'allievo sfida il maestro

Lazio-Inter, Inzaghi contro Mancini: l'allievo sfida il maestro
di Alberto Abbate
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Domenica 1 Maggio 2016, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 18:18
Occhio Simone, ai tiri Mancini. Rieccoli insieme, anzi no, contro. Inzaghi sfida Roberto in panchina: «E' la prima volta che lo incontro da allenatore e ci tengo a dare il massimo per fare bella figura». Amici-nemici stasera all'Olimpico: «Sarà triste lo stadio vuoto», sottolinea il Mancio, ripensando forse con nostalgia a quel 14 maggio del 2000. «Ma riporteremo quella gente all'Olimpico», giura Simone. Prima di ringraziarlo per aver alzato al cielo quel tricolore: «Fu Roberto a convincere Eriksson e Cragnotti a portarmi alla Lazio, quindi gli devo tanto». Fuori e dentro il rettangolo verde per tutti gli assist di una stagione da bomber scudettato. Due anni dopo - con il rodaggio alla Fiorentina - Mancini sarebbe diventato l'allenatore biancoceleste. In quella Lazio lì, che vinse la Coppa Italia nel 2004, c'era ancora Inzaghi: «Insomma è bello rivedere contemporaneamente un compagno di squadra e anche un mio mister». Soprattutto perché Il neo tecnico laziale assicura di aver imparato qualcosa da ogni guida che ha avuto in carriera. Dunque, ovvio che s'ispiri anche a Mancini: «Spero di arrivare al suo livello, stiamo prendendo in considerazione un grande modello». Che fa il tifo per lui: «Sono felice per Simone, gli auguro di fare bene e rimanere anche in futuro».

REGALI
Tante ombre aleggiano sul futuro d'Inzaghi: «Ma io sono serenissimo. Se oggi avessi nove punti in tre partite e non sei, nemmeno si parlerebbe di un nuovo allenatore». E allora, avanti per la sua strada. Simone ha affrontato l'Inter da giocatore in undici circostanze, collezionando appena un successo, sette pareggi e tre sconfitte.
Con la Primavera tre vittorie, un pari e una sola sconfitta in cinque incontri. Da grande vuole vincere subito, Simoncino: «Ho cominciato ad allenare per raggiungere il top. Le mie ambizioni erano quello da giocatore di arrivare in Nazionale, e ce l'ho fatta, di alzare trofei, e ce l'ho fatta. Poi anche come allenatore della Primavera mi sono tolto grandi soddisfazioni». Battere Mancini (5 successi, 5 pari e tre soli ko contro la sua ex squadra) avrebbe un bel sapore. Proprio Roberto - all'andata - aveva salvato Pioli dall'esonero prima di Natale. Chissà non ci sia un altro regalo per l'amico Simone.
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