Supercoppa italiana, c’è la Juventus e Keita si chiama fuori

Supercoppa italiana, c’è la Juventus e Keita si chiama fuori
di Emiliano Bernardini
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Domenica 13 Agosto 2017, 07:30
Juventus e Lazio, ancora a voi due. Ma senza Keita. In casa biancoceleste, a poche ore dal fischio d’inizio, è deflagrato di nuovo il caso Balde. Una bomba. Il senegalese in procinto di trasferirsi in bianconero avrebbe chiesto ad Inzaghi di non giocare questa sera contro quella che sarà la sua prossima squadra. E Simone l’ha escluso dalla lista dei convocati. A conferma del caso, ecco le parole sibilline del tecnico laziale che in conferenza rivela: «Nella mia testa c’è il pensiero che i miei giocatori devono dare il 100%. Se vedrò questo in Keita, allora giocherà, altrimenti no». Poi, in serata, la decisione: fuori dalla lista. Simone stravede per Balde e quelle parole erano suonate davvero strane. Lo ha protetto sempre e comunque. Allora cosa è successo? Il giocatore avrebbe lamentato il solito problema muscolare al flessore (anche se poi ha fatto la rifinitura all’Olimpico). Un comportamento da bambino. Lo aveva già fatto in ritiro ad Auronzo. Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di ammutinamenti dalla passata stagione ad oggi. Keita vuole andare via, il rapporto con Lotito è logoro e allora ecco lo strappo definitivo. Qualcuno, più maligno, invece, sibila che sarebbe stato proprio il patron laziale a volerlo escludere dalla gara. A corroborare questa tesi provvede il pensiero di Keita espresso in serata su Twitter: «La mancata convocazione per la finale di Supercoppa mi ha profondamente amareggiato. È la prima partita importante della stagione, per la quale mi ero preparato e mi sono fatto trovare pronto. La decisione della società, evidentemente estranea a criteri puramente sportivi, mi crea un disagio psicologico del quale non so valutare adesso le conseguenze».

DÉJÀ-VU ALLEGRI
Comunque sia, stasera si gioca. I bianconeri campioni di tutto o quasi, lo spettro di Cardiff è ancora lì e fa paura, e i biancocelesti, che questa sera affrontano la loro sesta finale negli ultimi 5 anni. Gli uomini di Allegri vogliono scacciare l’incubo di essere tornati umani dopo anni da marziani. La sconfitta contro il Real Madrid in Champions League da un lato ha scalfito qualche sicurezza e dall’altro ha messo l’ansia di dover subito rivincere. La banda di Inzaghi, dal canto suo, vuole sfatare il tabù che la vede sempre ko contro la Vecchia Signora: nelle ultime dieci sfide, dieci successi bianconeri con 20 reti segnate e una sola subita. L’ultima vittoria laziale risale a quattro anni fa: semifinale di Coppa Italia del 2013. Quella che portò la Lazio allo storico 26 maggio. In casa bianconera Allegri si trova a fare un viaggio indietro nel tempo. Estate 2015, sempre Supercoppa, ancora la Lazio come avversaria. I bianconeri venivano da un ko in finale di Champions contro il Barcellona. Gli addii di Tevez, Pirlo e Vidal avevano incrinato le certezze, come oggi la fuga di Bonucci e Dani Alves. Il campo però restituì bellezza alla Vecchia Signora, che s’infilò in un altro biennio d’oro fatto di scudetti e coppe. Due anni dopo Max è di nuovo punto e a capo. Per ricominciare, come Buffon, dovrà bloccare Immobile. Ciro, ex bianconero, vuole battere per la prima volta la Juventus a cui ha segnato un solo gol e soprattutto alzare il primo trofeo con la Lazio. Ironia del destino, il bomber laziale una Supercoppa l’ha già vita, in Germania nel 2014. Anche quella volta si giocò il 13 agosto. Scaramanzia unica via. Cabala a cui si aggrappa anche la Juve in cerca di sicurezza: negli ultimi cinque anni ha sempre vinto la Supercoppa, quando si è giocata ad agosto. L’Olimpico dei 50 mila come palcoscenico per la sfida tra chi, per indole e storia, è obbligata a vincere e chi, invece, vuol tornare ad assaporare quel dolce gusto di sollevare una coppa al cielo.

LA REGINA FRAGILE
La Lazio in questo non sarà una habitué, ma nemmeno una Cenerentola. Di esperienza ne ha ed è quella che vuole trasmettere Inzaghi, lui che in carriera con la maglia biancoceleste ha vinto tanto. Simone ha studiato le ultime amichevoli dei bianconeri contro Psg e Tottenham. La difesa è ballerina e rispetto all’anno scorso la Juve va attaccata. L’assenza di Bonucci, l’anello di raccordo del gioco, ha fatto sì che la difesa vada in affanno e fatichi a ripartire. Ora sono i centrocampisti, vedi Pjanic o Khedira, ad abbassarsi per costruire l’azione. Probabilmente è quello il momento in cui sferrare l’attacco decisivo. La Lazio vuole riuscirci e dovrà testare sulla sua pelle se la Vecchia Signora è davvero diventata così fragile.
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