Da leggende a leggenda, gli auguri a Totti dai campioni del mondo

Francesco Totti
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 28 Settembre 2016, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:28

G.R.A un cavolo. Circondato da auguri, e questo è normale; circondato da auguri da tutto il mondo, e questo non è normale per chi lo ha sempre definito fenomeno da G.R.A. Ovvero dal Grande Raccordo Anulare, che abbraccia Roma, solo Roma, Roma e basta. A parte la gaffe della Fifa, che gli ha inviato gli auguri per i quaranta anni, chiamandolo Fernando e non Francesco, il capitano della Roma arriverà ai quarantuno utilizzando il tempo a ringraziare tutti gli altri, compresa la Fifa stessa, che poi ha corretto il tiro.

 

Fifa, sono Fernando detto Francesco: grazie lo stesso. Succede. Video, messaggi, telegrammi, piccioni viaggiatori, tutti si sono messi in fila per ricordare amicizie, rivalità, complicità. Compagni di squadra ed ex compagni di squadra, gente del calcio e dello sport. Bolt, uno dice che c'entra con Totti? C'entra. Il cacciatore di medaglie olimpiche ha pensato bene di mandare un video/auguri «da leggenda (Usanin) a leggenda (Francesco)». E chissà se Bolt sul G.R.A c'è mai capitato. Appaiono immagini di Messi, di Maradona, di Figo, che confessa di avergli rubato «il Pallone d'Oro del 2000», di Nesta, Cannavaro, del presidente dell'Uefa Infantino, quindi Nadal, Federer, dal mondo dello spettacolo gente come Gasman, Antonacci, Britti e tantissimi altri.

AUGURI DI OGNI TIPO
«A 40 anni fenomeno globale: Totti appartiene a tutti», così il sito di Globe Soccer lo speciale blog dedicato al compleanno del capitano della Roma. Pronti a celebrarlo anche con un premio dopo averlo dato a Inzaghi e Pirlo. Auguri dai palloni d'oro raccolti da Delvecchio, che ha proposto, oltre a Figo, anche Stoikov. Non è un Pallone d'Oro ma anche Vucinic da Dubai manda auguri a Totti, «dal più grande albergo di Dubai al più grande giocatore: mica mi potevo presentate con Peppa Pig come De Rossi». Già, perché De Rossi, molto spiritoso, mostra le immagini televisive del cartone perché «così mi sono ridotto». Poi Montella, Candela, particolari quelli di Juan Jesus e di tanti altri in coda. Compresi, da Londra, i dirigenti, Gandini e Baldissoni, più il presidente Pallotta.

ILARY E IL DISCO PICCOLO UOMO
E non poteva mancare Luciano Spalletti, che si è presentato con un doppio regalo: il disco di Piccolo uomo di Mia Martini per Ilary e una macchina del tempo, la DeLorean di Ritorno al futuro, per Francesco. Quel piccolo uomo, giustamente (nessuno accetterebbe una definizione del genere), non è andato giù a Lucio che si vendica usando un'ironia tutta sua. «Era solo un gioco», dirà poi Lucio.

IO SONO FRANCESCO
Francesco ha ringraziato, onorato da questo affetto planetario. Anche inaspettato per certi versi. Ha utilizzato il microfono di Sky, di Roma tv, poi del suo profilo Facebook (dove ha risposto ai tifosi, non a tutti 800 mila) anche per chiarire una volta per tutte che in venticinque anni di carriera non ha mai «fatto cacciare né chiesto un allenatore». Lo dice, poi sarà pure possibile che qualcuno non ci creda. Perché l'etichetta di quello ingombrate è destinata a portarsela dietro anche da dirigente. Totti ribadisce anche che un giorno era lì lì per andare via. Detto e ridetto, ma meglio ripetere: «Dovevo finire al Real Madrid, avevo litigato con il presidente Sensi. Poi gli amici e la famiglia mi hanno fatto riflettere. Meglio Roma di Madrid». Così, per sempre. Totti stabiolisce record su record, diventando una leggenda, anche se con la Roma ha vinto meno di quello che meritasse. E quest'anno? Ultima chance? «I traguardi principali sono altri, quelli di squadra: cercheremo di vincerle tutte quante, tutti insieme. Gli obiettivi personali bisogna metterli da parte. Siamo ancora convinti che possiamo rialzare la testa. Un gol che vorrei segnare quest'anno? In finale di Europa League». Pensierino finale sui sui quaranta anni. «Non ci avrei mai pensato di arrivare a giocare a questi livelli e a questa età, sempre con la stessa maglia, con la fascia da capitano e la numero dieci. È un sogno che hai da bambino ma non tutti i sogni si realizzano. Io ci sono riuscito e me lo godrò fino alla fine. Un regalo per me? Mi leverei 10 anni, sono tanti eh». Il regalo della macchina del tempo gli servirà, come dice lui, «per giocare con Falcao e Cerezo». Con tutto il rispetto di cci c'è ora, ovvio.