Roma, Totti: «Higuain? Ormai per i soldi i giocatori diventano nomadi. Io qui spero di alzare un trofeo»

Francesco Totti
di Redazione Sport
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Martedì 26 Luglio 2016, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 09:54
TOTTI E I GIOVANI
«Spero che il calcio italiano possa tornare a un livello elevato, ma per farlo bisogna cambiare mentalità». Parola di Francesco Totti che da Boston, dove si trova in tournee con la sua Roma, suggerisce una possibile strada da seguire per tornare ai fasti del passato. «Secondo me bisogna dare più attenzione ai giovani, ce ne sono così tanti di talento ma sono oscurati dagli stranieri. È cambiato tutto - spiega il n.10 giallorosso ripensando al suo esordio -. Ora è più importante avere in squadra stranieri che italiani. Alcuni pensano che se prendi un argentino o un brasiliano allora sarà come Maradona. La gente è più felice così». E nel quadro descritto da Totti c'è dentro anche la Roma. «Se fosse per me tornerei indietro nel passato, quando c'era un massimo di due stranieri per ogni squadra - sottolinea nel corso di una intervista al sito Gazzetta World -. Il resto invece dovrebbero essere italiani, con in campo magari due o tre che non lo sono. Nella nostra squadra non parliamo italiano, ma inglese. Giocatori, allenatori, preparatori, massaggiatori, tutti parlano in inglese. Ora sono tutti stranieri». Compreso il presidente, l'americano James Pallotta. «Che ne penso? Ma ora anche i proprietari sono stranieri. Che ne pensi? Certo, quando hai proprietari che hanno un grande potenziale, quando hanno la possibilità di guidare un grande club come la Roma, è una cosa buona per tutti - riconosce Totti -. La Roma è una squadra conosciuta in tutto il mondo e ha sempre mostrato i suoi valori. Quando affronti società come Barcellona, Real Madrid, Manchester City, sei in competizione con squadre i cui presidenti che hanno tasche molto profonde. Spendono allo stesso modo di come bevono acqua. Per loro, che spendono così, naturalmente è più facile vincere»
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IL SOGNO: ALZARE UN TROFEO
«Ora come ora il prossimo sarà il mio ultimo anno. Spero davvero di conquistare qualcosa di importante per la Roma, anche se è difficile. Mi piacerebbe finire vincendo qualcosa, voglio alzare un trofeo e terminare la mia carriera con stile. So che non è facile, ma questo è il mio sogno. E spero che la Roma poi possa trovare un nuovo Francesco Totti. Non è facile, ho fatto tanto. Ma Totti aiuterà sempre la Roma a creare una grande squadra, anche senza di lui in campo». Così Francesco Totti a poche settimane dal via dell'ultimo anno da calciatore con la maglia giallorossa. «E? normale che veda questa stagione in modo diverso rispetto a quelle passate ? confessa al sito Gazzetta World ?. Continuare? Ci sarà sempre una fine. Devo solo trovare il momento giusto. Spaventato dall'idea che non giocherò mai più? E? normale, questa è la mia vita.
Ho passato 25 anni sul campo di calcio. È casa mia, il mio habitat. Ma so che è la fine, e so che ci sono altre porte aperte in molti posti interessanti. Ho sicuramente il desiderio di saperne di più su queste opportunità. Quando sarà il momento giusto, farò la mia scelta». «Dopo il ritiro mi è stato chiesto se voglio allenare, ma non ci sto pensando. Vedere i miei ex compagni che hanno smesso e hanno cominciato a farlo è stato molto interessante ? confessa Totti ?. Forse qualcosa cambia mentalmente e improvvisamente diventa accattivante. Magari un giorno anche io sperimenterò questo cambiamento. Non è che non voglio fare l'allenatore, però non me lo immagino ancora. Non è qualcosa a cui sto pensando in questo momento, però nella vita ci sono tante sorprese e uno non può mai dire mai».

HIGUAIN: GIOCATORI NOMADI PER SOLDI
Nel calcio moderno non c'è più spazio per la passione, le scelte si fanno in base ad ambizione e arricchimento. La pensa così Francesco Totti, bandiera della Roma arrivata all'ultimo anno di carriera dopo averne spesi 25 in giallorosso. «Ho sempre amato questi colori e ho sempre desiderato indossare solo questa maglia. Per me questo è un matrimonio ideale - confessa al sito Gazzetta World -. Non sono in tanti gli atleti che seguono il loro cuore. Scelgono di andare altrove per vincere e guadagnare di più. Sono come dei nomadi». Fare paragoni col passato forse però non è corretto. «Lo sport è cambiato molto. Ora l'attenzione è più sul denaro. I giocatori cambiano squadra più spesso, forse per fare più soldi. È più business che passione - aggiunge il numero 10, a Boston col resto della squadra di Spalletti per la tournee americana -. La gente va allo stadio per divertirsi e vedere un giocatore che sta sempre nella stessa squadra. Forse sperano di non essere traditi. Guardate quello che è successo ora con Higuain dal Napoli alla Juventus. È un disastro. Però è del tutto normale ora che quando uno straniero arriva in Italia abbia la possibilità di andare in un'altra squadra per fare più soldi». Pensiero che non ha mai sfiorato la mente di Totti. «Se avessi pensato solo all'aspetto economico avrei lasciato la Roma 10 anni fa. Avrei guadagnato di più di quanto faccio ora. Per me si tratta di altro, di passione, non di soldi - conclude il capitano giallorosso -. Ho pensato di andare a giocare in America un paio di volte. Ci ho riflettuto, ma è sempre stata una scelta di cuore rimanere con la Roma. In Cina invece non riuscirei ad immaginarmi. Sarebbe difficile per me, soprattutto con la mia mentalità».
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