«Ero giovane, di fronte a me avevo tanti attaccanti. C'era Balbo e dal '94 arrivò anche Fonseca. In quel periodo mi piaceva mandare in porta i miei compagni. Era mia premura fargli fare più gol possibili. Mi divertivo più a far segnare loro che farli io». Francesco Totti, alla Roma da una vita, racconta al nuovo sito ufficiale giallorosso i suoi trascorsi, i suoi gol e le sue giocate e svela una cosa: «se potessi tornare indietro mi piacerebbe poter fare il centravanti da inizio carriera». Dopo Zeman che lo ha spostato nella posizione di esterno offensivo, a sinistra, nei tre di attacco, «ma quello era un ruolo che si basava molto sul suo sistema di gioco», arriva Capello che lo passa attaccante. «Sì, dal 2001/2002 in poi ho iniziato ad essere schierato spesso come prima punta assieme a Cassano o a Batistuta. Mi sono trovato subito a mio agio. Giocando vicino alla porta hai più possibilità sia di fare gol sia di fare assist ed è una cosa che mi è piaciuta sin dall'inizio. Con Spalletti, poi, c'è stato il cambio di ruolo definitivo», ha raccontato Totti. «Erano due sistemi di gioco diversi. Con Capello quando giocavo con Cassano spesso eravamo due trequartisti mascherati con licenza di spostamento e libertà di gioco.
Nel 4-2-3-1 di Spalletti, invece, ho fatto la prima punta fissa, ma sempre in una veste atipica. «Non me lo sarei mai immaginato di fare il centravanti il carriera, non pensavo di avere le caratteristiche adatte. Fortunatamente, però, è andata più che bene. Con Spalletti ero libero di muovermi ed è stato il ruolo in cui mi sono trovato meglio in carriera. Se potessi tornare indietro ti piacerebbe poter fare il centravanti da inizio carriera? Sì, se potessi scegliere sì. Sono momenti: quando cresci acquisisci esperienza, la consapevolezza dei mezzi che hai. Sono fasi diverse della mia carriera, non posso paragonarle».
«Il gol non segnato che avrei voluto segnare? Domanda difficile, fatemi pensare... In un Roma-Juventus del 1997/98 Peruzzi mi fece una doppia parata imbarazzante. Puro istinto: mi è rimasto impresso», ha aggiunto Totti che a proposito del difensore più ostico che ha incontrato in carriera, ha detto: «Non ce n'è solo uno in particolare, ce ne sono alcuni stile mastini, stanno lì dietro e ti riempiono di botte tutto il tempo. Un esempio? Dire Vanigli sembrerebbe scontato, solo perché mi sono infortunato seriamente dopo il suo intervento. Però fu un martello: per i primi sei minuti venne solo da me». Poi Totti ha scelto la partita che ha giocato meglio in carriera. «Credo sia Roma-Juve 4-0, con Cassano azzeccammo quasi ogni passaggio. Però aspetta, voglio pensarci bene. C'è n'è un'altra in cui mi riuscì tutto. Roma-Empoli, sul neutro di Palermo. Due gol, uno di testa e uno in pallonetto, di interno, a superare il portiere. Giocai davvero bene. Ora dovrei pensarci meglio, riguardarmi altre partite. Però così, di primo impatto, sceglierei queste due che ho appena detto. Il match preferito dell'anno dello Scudetto? Roma-Parma l'ho già detta troppe volte, vero? Un'altra? Juve-Roma 2-2». Il capitano giallorosso ha sempre detto che quello al volo contro la Sampdoria e i due cucchiai dalla distanza contro Lazio e Inter sono i suoi preferiti: «Sì, sono sul podio, i primi tre: ma ce ne sono tanti altri eh». Il numero 10 ha un giocatore al quale ti ispirava e nel quale si rivede ora. «A dire la verità, io da piccolo guardavo solo Giannini, era un modello per me. Ora, però, non posso dire di rivedermi in lui: siamo due tipologie di giocatori diversi e anche il tipo di calcio è cambiato. Mi piaceva come giocava, come si muoveva. Era il Capitano, un idolo: lo vedevo con altri occhi». «Il miglior consiglio che hai ricevuto in carriera? Il rispetto, portare rispetto a tutti. Mia madre e mio padre e mi ha aiutato moltissimo». Come stile di gioco Totti avrebbe potuto giocare solo in Spagna. «In quale campionato estero mi sarei visto meglio? In Spagna, senza dubbio. Per il Real Madrid? No no, il mio stile di gioco è molto simile a quello spagnolo: più tecnico che fisico, se paragonato alla Premier e alla Serie A. Gli applausi al Bernabeu? Sì, fu una sensazione fantastica». Infine Totti ha svelato con quale sentimento vorrebbe essere ricordato quando deciderà di smettere. «Mi basterebbe il rispetto. La cosa più importante per la carriera di un calciatore».
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