Totti si racconta sul nuovo sito della Roma «Non pensavo di poter fare il centravanti»

Totti si racconta sul nuovo sito della Roma «Non pensavo di poter fare il centravanti»
di Redazione Sport
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Martedì 8 Dicembre 2015, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 21:18
Totti ha segnato circa 80 gol su rigore in carriera e molti considerano il lato alla destra del portiere il tuo preferito. «In genere sì, mi viene più facile calciare con l'interno piede a incrociare. Poi ho segnato in tanti altri modi;qualcuno anche aprendo il piattone. Altri con l'esterno collo, di potenza, verso la sinistra del portiere, tipo nella lotteria dei rigori contro l'Arsenal. Certo, quest'ultima soluzione è un pò rischiosa e difficile, se la prendi male mandi la palla in curva. poi c'è anche il cucchiaio «Ah sì, me l'ero dimenticato», risponde ridendo il capitano della Roma. A proposito del cucchiaio il numero 10 della Roma spiega cosa cambia quando lo utilizzi dalla distanza. «Quello è più complicato, devi dosare la forza, capire se il portiere esce dai pali. Sono situazioni che nascono in quel momento, intuizioni». Il primo fu contro il Parma, nel '97-98. «Sì, me lo ricordo benissimo: a Buffon. Ero lanciato a rete da centrocampo e già ci avevo pensato mentre correvo. Mi dicevo 'se resta fuori provo a scavalcarlò. Ci riuscii, col sinistro». Le cose più importanti per un calciatore sono il talento, l'alenamento e l'istinto. «Quanto è importante l'allenamento rispetto al talento? Direi 50 e 50. L'allenamento è fondamentale per tenersi in forma. Devi essere bravo a dosarti. Spesso devi essere più bravo di testa, che fisicamente. Quanto c'è di istintivo e quanto c'è di ragionato nel mio gioco? È tutto istinto». Un istinto che si riverbera anche nell'esultanza. «La mia esultanza preferita? Il dito in bocca. Ormai è un mio tratto distintivo, non posso più cambiarlo. Da quel Roma-Chievo del 2005 non l'ho mollato più. Volevo iniziare a farlo per Ilary in realtà, che sta sempre con il dito in bocca. Poi è diventata un'esultanza per tutti e tre: Ilary, Cristian e Chanel».

«Ero giovane, di fronte a me avevo tanti attaccanti. C'era Balbo e dal '94 arrivò anche Fonseca. In quel periodo mi piaceva mandare in porta i miei compagni. Era mia premura fargli fare più gol possibili. Mi divertivo più a far segnare loro che farli io». Francesco Totti, alla Roma da una vita, racconta al nuovo sito ufficiale giallorosso i suoi trascorsi, i suoi gol e le sue giocate e svela una cosa: «se potessi tornare indietro mi piacerebbe poter fare il centravanti da inizio carriera». Dopo Zeman che lo ha spostato nella posizione di esterno offensivo, a sinistra, nei tre di attacco, «ma quello era un ruolo che si basava molto sul suo sistema di gioco», arriva Capello che lo passa attaccante. «Sì, dal 2001/2002 in poi ho iniziato ad essere schierato spesso come prima punta assieme a Cassano o a Batistuta. Mi sono trovato subito a mio agio. Giocando vicino alla porta hai più possibilità sia di fare gol sia di fare assist ed è una cosa che mi è piaciuta sin dall'inizio. Con Spalletti, poi, c'è stato il cambio di ruolo definitivo», ha raccontato Totti. «Erano due sistemi di gioco diversi. Con Capello quando giocavo con Cassano spesso eravamo due trequartisti mascherati con licenza di spostamento e libertà di gioco.
Nel 4-2-3-1 di Spalletti, invece, ho fatto la prima punta fissa, ma sempre in una veste atipica.
«Non me lo sarei mai immaginato di fare il centravanti il carriera, non pensavo di avere le caratteristiche adatte. Fortunatamente, però, è andata più che bene. Con Spalletti ero libero di muovermi ed è stato il ruolo in cui mi sono trovato meglio in carriera. Se potessi tornare indietro ti piacerebbe poter fare il centravanti da inizio carriera? Sì, se potessi scegliere sì. Sono momenti: quando cresci acquisisci esperienza, la consapevolezza dei mezzi che hai. Sono fasi diverse della mia carriera, non posso paragonarle».

«Il gol non segnato che avrei voluto segnare? Domanda difficile, fatemi pensare... In un Roma-Juventus del 1997/98 Peruzzi mi fece una doppia parata imbarazzante. Puro istinto: mi è rimasto impresso», ha aggiunto Totti che a proposito del difensore più ostico che ha incontrato in carriera, ha detto: «Non ce n'è solo uno in particolare, ce ne sono alcuni stile mastini, stanno lì dietro e ti riempiono di botte tutto il tempo. Un esempio? Dire Vanigli sembrerebbe scontato, solo perché mi sono infortunato seriamente dopo il suo intervento. Però fu un martello: per i primi sei minuti venne solo da me». Poi Totti ha scelto la partita che ha giocato meglio in carriera. «Credo sia Roma-Juve 4-0, con Cassano azzeccammo quasi ogni passaggio. Però aspetta, voglio pensarci bene. C'è n'è un'altra in cui mi riuscì tutto. Roma-Empoli, sul neutro di Palermo. Due gol, uno di testa e uno in pallonetto, di interno, a superare il portiere. Giocai davvero bene. Ora dovrei pensarci meglio, riguardarmi altre partite. Però così, di primo impatto, sceglierei queste due che ho appena detto. Il match preferito dell'anno dello Scudetto? Roma-Parma l'ho già detta troppe volte, vero? Un'altra? Juve-Roma 2-2». Il capitano giallorosso ha sempre detto che quello al volo contro la Sampdoria e i due cucchiai dalla distanza contro Lazio e Inter sono i suoi preferiti: «Sì, sono sul podio, i primi tre: ma ce ne sono tanti altri eh». Il numero 10 ha un giocatore al quale ti ispirava e nel quale si rivede ora. «A dire la verità, io da piccolo guardavo solo Giannini, era un modello per me. Ora, però, non posso dire di rivedermi in lui: siamo due tipologie di giocatori diversi e anche il tipo di calcio è cambiato. Mi piaceva come giocava, come si muoveva. Era il Capitano, un idolo: lo vedevo con altri occhi». «Il miglior consiglio che hai ricevuto in carriera? Il rispetto, portare rispetto a tutti. Mia madre e mio padre e mi ha aiutato moltissimo». Come stile di gioco Totti avrebbe potuto giocare solo in Spagna. «In quale campionato estero mi sarei visto meglio? In Spagna, senza dubbio. Per il Real Madrid? No no, il mio stile di gioco è molto simile a quello spagnolo: più tecnico che fisico, se paragonato alla Premier e alla Serie A. Gli applausi al Bernabeu? Sì, fu una sensazione fantastica». Infine Totti ha svelato con quale sentimento vorrebbe essere ricordato quando deciderà di smettere. «Mi basterebbe il rispetto. La cosa più importante per la carriera di un calciatore
».
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