DIMARO E PINZOLO
Chi è stato a Pinzolo avrà potuto notare le tecniche di allenamento di Spalletti e, chi ha osservato il lavoro di Sarri in sede di preparazione, confermerà che i due tecnici preparano la difesa nello stesso modo, con le stesse tecniche: movimenti elastici e coordinati della linea rispetto alla palla al grido pronti, salire e scappare a seconda di dove finirà il pallone. E' chiaro che qualche differenza la si trova comunque e forse questo è il segnale dei difetti difensivi della Roma. Che per esempio ha un terzino, Peres o Florenzi, meno disciplinato del suo collega del Napoli, Hysaj: spingono entrambi, ma l'albanese evidentemente conosce meglio il quando. Il modulo, dicevamo, aiuta: la Roma ne ha cambiati in queste sette partite e questo ha creato quel minimo di confusione in più nei giocatori giallorossi che appaioni più insicuri nei movimenti difensivi. Il mediano della Roma, De Rossi ad esempio, gioca più basso rispetto a Jorginho. Sarri tiene più alta la linea dei difensori e non vuole che l'italo-brasiliano si schiacci troppo tra i due centrali. De Rossi invece allarga spesso i difensori di mezzo quasi ad andare a formare una difesa a tre, con gli esterni molto alti, quasi ali.
VORREI MA NON POSSO
Spalletti, non come Sarri, ha dovuto lavorare su una difesa diversa da quella che immaginava. L'estate ha pensato a Ruediger, a Vermaelen, a Mario Rui, poi Lucio si è ritrovato a non avere quasi mai il belga, mentre il portoghese e il tedesco sono finiti out con il campionato ancora da cominciare. Ed ecco che nelle sette partite di serie A fin qui giocate, il quartetto arretrato non è mai stato quello pensato da Spalletti e comunque Lucio ha potuto confermare per sole volte lo stesso quartetto. Questo non un bene per gli equilibri di squadra. Specie se i calciatori si sono dovuti adattare a ruoli diversi. A Sarri, insomma, difficilmente capita di mettere Koulibaly terzino o Hysaj centrale.
I FUORI POSIZIONE
Peres, ad esempio, è stato preso per fare il terzino destro e invece lì ha giocato solo due volte (contro Udinese e Inter), le altre cinque è stato schierato a sinistra. Florenzi ha fatto l'esterno destro nelle cinque occasioni lasciate scoperte dal brasiliano. A sinistra contro Udinese e Inter hanno giocato Emerson e Juan Jesus. L'unico sempre presente è Manolas, il Koulibaly della Roma, i due sono accomunati pure per i nervosismi estivi legati al contratto (il senegalese lo ha rinnovato, il greco no). Kostas ha avuto al suo fianco, dall'Udinese all'Inter, due volte Vermaelen, una Juan Jesus e quattro Fazio, che in teoria era arrivato al posto di Gyomber. In alcuni frangeti di partita, ad esempio a Cagliari, Spalletti ha usato anche la difesa a tre. L'equilibrio la Roma sta pian piano trovandolo avendo rinunciato al doppio terzino di spinta, Peres e Florenzi, ma inserendo un tappo (non Totti...) dietro Perotti, ovvero Juan Jesus in attesa di Mario Rui. A Napoli vedremo una Roma più attenta, meno scriteriata. Perché anche Spalletti sa che per vincere serve non prendere tanti gol.