Progressi. «Se è la Nazionale del futuro? Speriamo vuol dire che ci sono ragazzi interessanti e che stiamo lavorando bene».
Partita. «Gli stimoli c’erano e anche tanti. Abbiamo disputato una buona mezzora di calcio, poi ci siamo disuniti e non abbiamo giocato bene. Non era quello che volevamo. Abbiamo ribaltato la situazione che si stava compromettendo. Buon primo tempo, ma il secondo è da rivedere».
Day after. «Non è una bella giornata per gli italiani e per i questi ragazzi che ieri hanno tifato. E’ successo quello che tutti conosciamo. Con la passione, entusiasmo e professionalità dobbiamo cercare di andare avanti e far crescere i ragazzi».
Ripartire. «L’anno zero c’è già stato cinque o sei anni fa e nessuno se ne è reso conto. Serviva un risultato così eclatante per far capire a tutti la situazione. Le difficoltà ci sono da diversi anni. Noi ci svociamo per mettere riforme e cambiare alcune cose, ma sembravano quelli che lo dicevano per gli interessi delle Nazioanli, invece era per l’interesse dell’Italia. Quello che successe nei settori giovanili è paradossale. Oggi è facile sparare a zero e attaccare. Bisogna unire le forze».
Futuro. «Io per il post Ventura? Ho letto tante cose, oggi è irrispettoso parlare. Continuo ad allenare l'Under 21. Nel futuro non si sa mai, ma non mi sembra carino parlare. Non dovete domandalo a me».
Coraggio. «Non parlo oggi, ma parlo di cinque anni fa. La Nazionale è una sfida importante».
Ruolo ct. «Io posso aiutare il movimento azzurro dall’Under 15 all’Under 21».
Traghettatore. «Quando me lo chiederanno vedrò. Quando ci sono problemi ci sono tanti nomi. Si era già fatto il mio nome due anni fa. Amo lavorare con i giovani, mi piacerebbe vederli in Nazionale A».
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