L'Argentina a valanga sul Paraguay: 6-1 e finale contro il Cile

L'Argentina a valanga sul Paraguay: 6-1 e finale contro il Cile
di Alfredo Spalla
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Mercoledì 1 Luglio 2015, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Sette su sette, la Selección c’è sempre. L’Argentina è arrivata in fondo a tutte le edizioni della Coppa America disputate in Cile, laureandosi campione o vice-campione del Sud America. Una tradizione cominciata nel 1920, quando il torneo si chiamava ancora «Sudamericano» e non c’era una e vera e propria finale. Ieri come oggi, in qualsiasi angolo del Cile si giochi, l’Albiceleste è presente per giocarsi il titolo.

E torna a farlo dopo una prestazione da applausi, coronata dal 6-1 rifilato al Paraguay. Parziale generoso, ma che rende l’idea della potenza. Il Cile di Sampaoli, avversario e paese ospitante, avrà molto da studiare in vista di sabato sera (si gioca alle 22.00). Sì, perché il Tata Martino spazza via anche le critiche di chi recriminava per una nazionale bella ma inconcludente sotto porta. Il trio Pastore-Messi-Di Maria funziona alla perfezione con Aguero. L’ex palermitano, tra i migliori del torneo, dispensa poesie e assist, oltre a firmare un gol a due tocchi con diagonale vincente. Messi c’è in quasi tutte le occasioni pericolose, ma non segna. Gli chiedono se stia tenendo i colpi per la finale, ma lui pensa solo alla vittoria finale: «Arriviamo bene, con voglia e speranza. Voglio un titolo e una Coppa con l’Argentina. Abbiamo disputato una finale del Mondiale e adesso ci giochiamo la Coppa America, è incredibile», ha detto al canale ufficiale della competizione a fine partita. Di Maria fa doppietta, suo il 3-1 e 4-1, ma il premio di migliore in campo va ancora una volta a Messi. Nella decisione avrà sicuramente inciso la progressione che porta al quarto gol dell’Albiceleste: Messi supera tre marcatori, mandando a sbatterne due con uno strike paraguaiano, per poi scaricare d’esterno per Pastore, al cui errore rimedia Di Maria.

La gara comincia subito in discesa per i vice-campioni del Mondo. Rojo firma l’1-0, Pastore raddoppia alla mezz’ora, ma Barrios riapre poco prima dell’intervallo. La formazione del Tata “balla” sul 2-1, temendo che possa ripetersi il 2-2 della fase a gironi. Nella ripresa, però, il dominio argentino riprende con Di Maria (47’ e 53’). Aguero, di testa, e Higuain chiudono sul 6-1. Il Pipita, subentrato nel finale al Kun, segna avendo toccato solo due volte il pallone. Da Concepción arriva un messaggio chiaro per Vidal e compagni: dalla parte bassa del tabellone è in arrivo l’avversaria più temibile; vuole un titolo che manca da 22 anni ed è in grande forma.

Al Paraguay la consolazione della finale per il terzo posto contro il Perù.