Pazzesco davvero quello colto da Neymar sull’evoluzione di un calcio di punizione: palo timbrato per l’appunto, schiena del portiere, di nuovo palo, danza infinita del pallone lungo l’intera linea bianca e salvataggio di un difensore. Da non crederci. Poi Krohn-Dehli e Iborra hanno deciso la sfida, e Neymar ha solo dimezzato il margine su rigore: però se il Barcellona avesse tradotto in gol almeno uno dei legni, di sicuro parleremmo di un orizzonte differente.
A stringere, comunque, è evidente che Luis Enrique dovrà continuare a lavorare sui sincronismi difensivi e soprattutto sulla regolazione degli equilibri psicologici della squadra. Sorprendentemente la classifica continua a suscitare diffusi ottimismi, visto che il Barça, avversario europeo della Roma, ora è secondo con un punto di ritardo rispetto al Villarreal capolista, e con una lunghezza di vantaggio sul Real Madrid. Viceversa al Siviglia, adesso decimo, oggi poco davvero si può rimproverare. Perdere contro la Juventus, se non altro, ha aiutato a riavviare il motore.