Non poteva che parlare anche il presidente, quel Plinio David De Nes che ha preso il posto di Sandro Pallaoro, morto nell'incidente aereo. Per lui, De Nes, quello cominciato in queste ore dalla Chape è «un nuovo cammino di speranza. Cominciamo oggi - ha aggiunto - e mi auguro sia pieno anche di ottimismo, lotta e molta solidarietà. Questi signori che sono qui saranno i rappresentanti dei nostri guerrieri». Il compito che attende la squadra allenata da Vagner Mancini, presente oggi assieme al secondo Regis Angeli e al preparatore dei portieri Marcelo Schroeder, sarà lungo e impegnativo: la Chapecoense giocherà il campionato "estadual", ovvero quello catarinense, la Coppa Libertadores, il Brasilerao e la Coppa Sudamericana, quella di cui, nell'anno appena trascorso, avrebbe dovuto giocare la doppia finale contro l'Atletico Nacional Medellin.
L'obiettivo è, appunto, dimostrarsi sempre guerrieri e dare tutto, ed ecco perché la Chapecoense non ha voluto che passasse la proposta degli altri club del campionato nazionale di evitarle la retrocessione per tre anni. Niente regali, la Chape tutto ciò che verrà vuole conquistarselo sul campo. «Per questo siamo un team differente - ha spiegato oggi De Nes -. La nostra è una squadra che prova a essere di nuovo felice, e che vive come fossimo tutti davvero una famiglia». Della quale per ora non fa parte l'ex oggetto misterioso del Palermo Tulio de Melo: non si è presentato al raduno perché, pur essendo d'accordo su tutto, non ha ancora firmato il contratto.
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