Come Messi nessuno mai: Leo è tornato a regalare meraviglie e a stupire il mondo

Come Messi nessuno mai: Leo è tornato a regalare meraviglie e a stupire il mondo
di Benedetto Saccà
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Martedì 25 Aprile 2017, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 12:10
Una sera della fine di marzo del 2012 il Barcellona allora allenato da Pep Guardiola era impegnato a Milano nella sfida di andata dei quarti di finale della Champions League. Qualche momento prima della partita contro il Milan di Massimiliano Allegri, lungo i corridoi rossoneri del Giuseppe Meazza, si aggirava irrequieto Manuel Estiarte. Bisogna sapere che Estiarte, oltre ad essere stato un campione della pallanuoto, al tempo era il primo dei collaboratori di Guardiola; anzi ne era l'ombra, il fratello maggiore, perfino. Dove Pep incontrava una porta chiusa dai dubbi, Manuel conosceva la chiave perfetta. Bastava un cenno, spesso.

Così, quella sera, consultato distrattamente da un cronista, senza particolare aspirazione Estiarte coniò una definizione di Leo Messi che in via sorprendente sarebbe rotolata nell'indistruttibilità della storia. Bella di un'esattezza definitiva, ecco. «Messi, dite? Be', Messi è emozione». Emozione, disse. Nulla di più, però niente di meno. Un ritratto ad alta risoluzione, vien da dedurre; forse impreciso, eppure fedele e aderente alla realtà come nessun altro mai. E se è vero che saper nominare il mondo significa stringerlo tra le mani, proprio a Milano cominciammo a intuire le ragioni per cui Estiarte (e Guardiola) erano stati capaci di riscrivere il destino di Leo e di scaraventarlo verso l'infinito. Il duello di San Siro si chiuse poi in silenzio (0-0), ma solo poco tempo dopo sei giorni, a essere precisi Messi firmò due rigori al Camp Nou e spedì i rossoneri nel burrone della disperazione; e i blaugrana verso il sorriso triste di Roberto Di Matteo, ancora ignaro di essere destinato al trionfo.

Sono trascorsi cinque anni dalla notte di San Siro. E Leo ancora, e sempre di più, regala emozioni, e sbandamenti, e turbamenti, e piogge di prodigi. Domenica ha sbriciolato le ambizioni del Real Madrid in coda a un Clasico pazzesco, dopo aver tradito le attese va detto nell'arco delle due gare contro la Juventus: alle paratone di Keylor Navas (era Navas...) ha opposto la bellezza del talento; agli appassionati e agli indifferenti ha ricordato la meraviglia del calcio; a Cristiano Ronaldo ha levato il sonno; ai tifosi madridisti, un sogno. E i gol: che splendore. Addirittura deliziati i giornali spagnoli. Infatti non ci siamo stupiti quando abbiamo visto l'immagine di un supporter vestito di blanco volato sul seggiolino, a festeggiare il gol fatale al 92'. Magari, semplicemente, era un catalano che si era intrufolato nella maestà del Santiago Bernabeu e, pur di non rinunciare ad ammirare il mito, aveva indossato il colore dei nemici. Però è comunque sublime immaginare che Messi sia riuscito nell'illogico più folle: aver suscitato un palpito nel cuore di un tifoso madridista. «Siamo andati al Bernabeu a vincere per continuare a lottare per il campionato. C'è ancora una lunga strada, ma siamo tornati con la gioia di aver fatto un passo importante», ha raccontato Leo su Facebook. Sempre fenomenale sarà il suo volare. Magico e allegro calciatore.