Coppa d'Africa, domani il via con Gabon-Guinea Bissau

Coppa d'Africa, domani il via con Gabon-Guinea Bissau
di Benedetto Saccà
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Venerdì 13 Gennaio 2017, 18:06
Affacciata sull’oceano Atlantico, la città di Libreville consumerà le prossime giornate nella frenesia e nell’urgenza di ultimare i preparativi. Domani si inizierà; e, per la seconda volta in cinque anni, il Gabon ospiterà il variopinto rito della Coppa d’Africa. Bizzarra manifestazione, a pensarci. Per i giocatori (e per i tifosi), quel che conta davvero è parteciparvi; per i dirigenti federali, quel che conta davvero è guadagnare. Non sarà un caso, d’altronde, che l’edizione in partenza sia addirittura la quinta degli ultimi sette anni. E dunque stupisce poco che la Caf, ovvero la Confederazione africana, sia riuscita a vendere i diritti televisivi del torneo a una cinquantina di paesi. Dall’Argentina all’Australia, dagli Stati Uniti al Giappone. In Italia ogni partita sarà trasmessa da Fox Sports.

GLI SVINCOLATI
Le emozioni rotoleranno per tre settimane piene, e il cerchio si chiuderà naturalmente nella finale dello stadio d’Angondjé di Libreville, domenica 5 febbraio. Quattordici sono gli «italiani» convocati e dunque indisponibili (per la gioia dei nostri allenatori...) sino alla fine del mese, se non oltre. Sono il romanista Salah dell’Egitto, il laziale Keita Baldé del Senegal, gli juventini Benatia del Marocco e Lemina del Gabon, l’avellinese Camarà della Guinea Bissau, i napoletani Ghoulam dell’Algeria e Koulibaly del Senegal, il crotonese Mesbah dell’Algeria, il bolognese Taider ancora dell’Algeria, l’atalantino Kessié della Costa d’Avorio, il torinese Acquah del Ghana, gli udinesi Wagué del Mali e Agyemang- Badu del Ghana e il genoano Gakpé del Togo. Una schiera folta e, come si vede, ricca di elementi di valore tecnico.A meravigliare è però la mappa che racconta i campionati d’origine dei 368 calciatori impegnati: un atlante fantastico, capace di accostare gli Usa al Vietnam e la Corea del Sud all’Europa intera. A voler sbirciare, si scopre perfino che quattro giocatori risultano svincolati: sono Mfa Mezui del Gabon, Rudinilson Silva e Bocundji Ca della Guinea e l’immancabile Adebayor del Togo, ormai una leggenda della Coppa. Tramontato il tempo di campioni come Eto’o, Drogba e Yaya Touré, è logico comunque che le stelle abbiano rinnovato la propria luce, e ora riflettano il talento degli «inglesi » Mahrez, Mané e Slimani; dello «spagnolo» Abdennour; o, ancora, dei «tedeschi» Aubameyang, Bentaleb e Kalou.
I TECNICI
Allargando lo sguardo al panorama delle partecipanti, bisogna registrare che ad attirare i favori dei pronostici, al solito, sono la Costa d’Avorio campione e il Senegal.
Sull’Algeria, sul Ghana e sul Camerun, invece, si cuce l’abito largo delle possibili sorprese. Più piccola della Svizzera per estensione, la minuscola Guinea Bissau del ct Candé sarà l’unica debuttante della Coppa; mentre l’Uganda tornerà a calcare la scena dopo un letargo cominciato nel ‘78. È però desolante, in fondo, riconoscere i volti dei tecnici che da sabato siederanno in panchina. Innanzi tutto 12 dei 16 complessivi sono non-africani ma francesi, belgi, addirittura argentini e spagnoli. Poi, non fosse già abbastanza, a sconfortare sono i nomi o, meglio, le storie: che bisbigliano tutte un’unica realtà, e cioè che a condurre le nazionali africane sono esausti ct che ormai hanno fallito in ogni lembo della terra. Degli esempi? Lo spagnolo Camacho alla guida del Gabon, l’israeliano Grant del Ghana e l’argentino (ed ex interista) Hector Cuper dell’Egitto. Insomma il pallone africano degradato a buen retiro. Quel che sta combinando l’Africa, però, è negarsi un futuro.
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