In via puramente teorica, ne potrebbe soffrire perfino la regolarità dei vari tornei. Come si diceva, il Chelsea ha licenziato Mourinho: e Roman Abramovich ha scelto di affidare la squadra a Guus Hiddink, che oggi pomeriggio si accomoderà in tribuna a Stamford Bridge per assistere alla sfida di Premier tra i Blues e il Sunderland. Il club di Roman Abramovich ha confermato oggi in un comunicato di avere ingaggiato l'allenatore olandese con un contratto fino a fine stagione. A contendersi quindi la guida del Chelsea, a giugno, saranno Diego Simeone, Juande Ramos e perfino Antonio Conte.
«DOMENICA SAPRETE»
Il cuore della girandola estiva batterà comunque a Manchester. Tanto per cominciare, il City saluterà il mai apprezzato Manuel Pellegrini e accoglierà il fuoriclasse Pep Guardiola, che giusto entro qualche giorno ufficializzerà il proprio divorzio dal Bayern Monaco. «Parleremo domenica (domani, ndc), ma il presidente Rummenigge sa già tutto», ha confidato ieri. In Baviera planerà di rimbalzo Carlo Ancelotti, «un grande allenatore e un grande uomo», ha assicurato Guardiola. Tre anni di contratto. Tornando a Manchester, va sottolineato che lo United nutre un mare di dubbi nei confronti di Louis van Gaal, ed è chiaro che un addio dell'olandese spalancherebbe le porte di un sogno a Mourinho, da sempre smanioso di ricalcare le orme di Alex Ferguson. A Londra, intanto, la stampa non esclude un turbine che coinvolga Arsene Wenger, Didier Deschamps e Laurent Blanc. Dal versante spagnolo, infine, emerge solo il rumore degli scricchiolii che produce la panchina di Rafa Benitez. Piegato da un ambiente che frantuma gli allenatori in genere, Benitez è ormai sopportato a fatica dal presidente del Real Madrid, Florentino Perez. «Il suo futuro si può giocare in qualsiasi partita o gesto», ha avvertito, minaccioso, Marca. A sostituirlo sarebbe Zinedine Zidane. «Zizou sarebbe un grande tecnico, ma non adesso. Mourinho? Per ora non verrà a Madrid», ha garantito Florentino. È un valzer. Spenta la musica, qualcuno perde il posto.