Bentornato, River Plate: 3-0 al Tigres
Campioni a 4 anni dall'inferno della B

Bentornato, River Plate: 3-0 al Tigres Campioni a 4 anni dall'inferno della B
di Alfredo Spalla
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Giovedì 6 Agosto 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:37
Il River Plate è tornato grande. Al Monumental supera 3-0 il Tigres e conquista la terza Coppa Libertadores della sua storia. Sono trascorsi 19 anni da quando El Muñeco Gallardo la vinse da giocatore; oggi la porta in trionfo da tecnico. Il primo a riuscirci nella storia del River, un club che dal 2011 al 2015 ha compiuto un vero miracolo sportivo. Un viaggio all’inferno e ritorno. Nel 2011 la drammatica retrocessione in B; poi la promozione nel 2012; la vittoria del campionato argentino, la Sudamericana e la Recopa nel 2014, e la Libertadores, la più importante, nel 2015. Attualmente los millonarios sono campioni delle tre competizioni internazionali che si disputano in Sudamerica: Recopa, Coppa Sudamericana, Libertadores. E a dicembre voleranno in Giappone per giocare il Mondiale per Club contro il Barcellona. La partecipazione era già assicurata prima della finale, ma dopo una vittoria per 3-0 il gusto è differente.

Il Tigres, invece, che aveva sognato di riportare a Monterrey la prima Copa nella storia del Messico, si ritrova a mani vuote nonostante l’ottimo cammino continentale. I messicani, per coincidenza, avevano salvato proprio il River nella fase a gironi, vincendo contro il Juan Aurich e permettendo ai riverplatensi di conquistare la qualificazione in extremis. Agli ottavi Gallardo trova subito il Boca Juniors. A eliminarlo, però, ci pensa il gesto insensato de el Panadero, un tifoso xeneize che spruzza spray al peporoncino negli occhi dei giocatori avversari. Boca fuori dalla Libertadores. Ai quarti il River rifila una lezione di calcio ai campioni brasiliani del Cruzeiro, mentre in semifinale fa fuori i paraguaiani del Guaranì. E infine la meritata vittoria nella doppia sfida finale. La formazione argentina costruisce il proprio successo già in Messico, da dove torna senza subire reti (0-0). A Buenos Aires, come prevedibile, la storia è un’altra. Gli ospiti recriminano per la direzione di gara. Soprattutto per un fallo di Alario e per il rigore del 2-0.

Al Monumental, però, il Tigres ha fatto veramente poco per sollevare la Libertadores. I padroni di casa, invece, seppur con diverse assenze, riescono a fare il match, controllando per gran parte della prima frazione e affondando nella seconda. I conti li sblocca proprio Alario, che i messicani volevano fuori per rosso dopo l’intervento su Pizarro. A ridosso dell’intervallo Vangioni effettua una grande giocata in profondita per Lucas Alario, che con un tapin di testa anticipa la difesa ospite e indirizza il pallone sul primo palo. Nella ripresa il River spinge e ottiene i risultati sperati. Al 73’ Sánchez va giù in area e dal dischetto realizza il 2-0. Il Monumental già vibra per l’arrivo della terza Libertadores, ma prima Funes Mori vuole lasciare la firma sulla storica finale: 3-0. Barovero e Cavenaghi, che lascerà il River già nelle prossime ore, alzano la Copa nel delirio Millo, poi il giro di campo con la maglietta «I più grandi d’America». E già cominciano gli sfottò ai rivali del Boca Juniors. Bentornato, River Plate.