Il Manchester City aspetta la Roma:
è 4-2 con lo Hull ma la difesa non brilla

Il Manchester City aspetta la Roma: è 4-2 con lo Hull ma la difesa non brilla
di Benedetto Saccà
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Sabato 27 Settembre 2014, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 11:03
Il Manchester City, questo Manchester City, non imbattibile. La Roma pu dunque sperare di conquistare almeno un punto all’Etihad Stadium, marted sera in Champions League. Certo dovrà spendersi al massimo, specie sotto il profilo atletico, calando la carta della pressione continua. Se i Citizens sono aggrediti e asfissiati all’avvio della manovra, del resto, spesso cadono in peccati di disattenzione. E, di sicuro, la migliore Roma di Rudi Garcia possiede le risorse adatte per porre in scacco la regina del calcio inglese.



La sfida di oggi con l’Hull City ha illuminato i pregi e i difetti dei Citizens guidati da Manuel Pellegrini. Per scansare gli equivoci, va detto che il risultato finale (4-2) rispecchia fedele l’andamento della partita e i valori complessivi delle due squadre. Il City, si sa, è nettamente superiore rispetto all’Hull ma si è comunque lasciato complicare il cammino: Hernandez e Jelavic, i terminali del 4-4-2 delle Tigri, hanno creato ad esempio più di una difficoltà ai due centrali, Kompany e Mangala, autore per la verità di una prova tragicamente capitolata ai limiti dell’impresentabilità. Già, il francese ha confezionato un bell’autogol deviando di testa un innocuo cross di Elmohamady e, poco più tardi, ha anche causato il rigore del momentaneo pareggio rivale, realizzato dall’ex palermitano Hernandez. Un disastro.



Eppure il Manchester City, al netto degli «attentati» di Mangala, è riuscito a segnare addirittura due gol nei primi 10’ grazie alla velocità della trama e al talento dei campioni. A tre passi dalla riga fatale, Agüero ha girato in porta un pallone danzante dopo un suggerimento di testa di Zabaleta, mentre Dzeko, per non sbagliare, ha scagliato dal vertice un siluro che è salito implacabile all’incrocio opposto.



Ecco il punto. In generale i Citizens hanno acquisito il dono di saper affondare il colpo, di produrre pericoli e allarmi ad ogni possibile assalto. La ragnatela del 4-2-3-1 si distende, si allarga e si trasforma in un 4-4-2 e l’azione offensiva diventa sempre imprevedibile, copiosa di sovrapposizioni, di invenzioni, di tagli centrali, laterali e perfino alle spalle dei difensori. Mirabile il lavoro di David Silva, la mente della squadra. Se la Roma davvero vorrà piegare gli inglesi, certo dovrà prosciugare la fonte dello spagnolo.



L’illustrazione del concetto ce l’ha fornita il terzo gol dei Citizens, firmato ancora da Dzeko, innescato da un taglio di Silva per l’appunto e abile ad incrociare il sinistro oltre i guantoni di McGregor. Poi anche Lampard si è unito al trionfo a capo di un chiaro movimento, diremmo, da 4-2-3-1: Zabaleta decentrato e veloce fin sul fondo e diagonale a ritroso verso il cuore dell’area, dove Frank, quatto quatto, ha potuto appoggiare in rete a specchio libero. Oplà, il 2-4 è stato servito.



A stringere, insomma, il Manchester City si concede pochi errori in avanti ma non è impermeabile in retroguardia, tutt’altro. E, al proposito, Fernandinho e Yaya Touré hanno il compito di cucire gli strappi e correggere le discrasie fra i reparti. Quanto al portiere, Pellegrini dovrà scegliere fra Caballero e Hart. No, la Roma, questa Roma, non può non crederci.



Intanto, in vetta alla Premier League, il Chelsea di Mourinho ha steso (3-0) l’Aston Villa sfruttando le reti di Oscar, Diego Costa e Willian. I Blues si sono confermati primi con un vantaggio di tre punti rispetto al Southampton di Pellè, secondo, e di cinque lunghezze proprio nei confronti del Manchester City. Il Liverpool di Balotelli ha pareggiato (1-1) il derby con l’Everton: Gerrard ha sbloccato e Jagielka ha completato la rimonta al 92’, indovinando un tiro dalla distanza smisurata. Traversa di Balotelli.