«PAROLE AL VENTO»
A inquietare i tifosi e la critica è piuttosto il faticare continuo e logorante della squadra. Sommando allo scenario l'accredito già timbrato del Brasile, peraltro il primo dell'intera rassegna russa, è un nulla delineare un'immagine che restituisca il profilo esatto del sentimento argentino. Come si sa, Messi è stato squalificato per quattro turni («Erano solo parole al vento», avrebbe spiegato Messi secondo la nota di difesa della federcalcio argentina): per cui, nelle prossime tre sfide ufficiali, dovrà rimanere ai bordi del campo (infiniti, o giù di lì, i festeggiamenti del Barcellona). Rientrerà il 10 ottobre in Ecuador nell'ultima gara delle qualificazioni, il fuoriclasse del Barça, che finora ha regalato l'83% dei punti alla propria nazionale. Dunque nei mesi a venire ogni interesse e nessuna cautela saranno rivolti a Bauza, che dovrà consumare le notti a studiare una soluzione capace di salvare se stesso e il buon nome dell'Argentina. L'esilio forzato di Mauro Icardi e l'impiego dello sconosciuto Pratto e di Roncaglia, poi, rendono il tecnico indifendibile nell'intera galassia. Sulla sconfitta argentina de La Paz si sono costruite d'altronde cattedrali di ipotesi: e al fiume delle polemiche si è potuto opporre soltanto l'argine dell'alibi legato all'altitudine della capitale boliviana, posata a 3.600 metri sul livello del mare, là dove l'ossigeno alle volte è una diceria. Ma a Buenos Aires e a Cordoba, a Rosario come a La Plata, a suscitare il batticuore è il dubbio che le pietre cadute in Bolivia siano la premessa di una frana capace di seppellire il futuro a medio raggio dell'Albiceleste. Non è semplice rispondere comunque alle domande tattiche che affiorano dalle partite dell'Argentina. Immersa nelle nebbie per lungo tempo, la federazione di Buenos Aires ora cercherà di rinnovarsi nelle idee e nella linearità delle decisioni grazie al nuovo presidente Claudio Tapia. Difficile, eppure non impossibile. Dalla visione del ct Bauza dovrà però riprendere il volo la squadra. Per un paradosso particolare, la fortuna e insieme la sfortuna del tecnico sono racchiuse nello smisurato valore degli attaccanti. Con un reparto da PlayStation, non vincere è più una contraddizione, una stravaganza che una colpa.
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