Non è inutile ricordare che il Psg possa ancora centrare tutti gli obiettivi stagionali. In campionato, ad esempio, è secondo con un margine di un solo punto rispetto al Lione; in Champions, come si diceva, può saltare l’ostacolo degli ottavi; in coppa di Francia, è planato ai quarti di finale; in coppa di Lega, ha appena raggiunto la semifinale; e in supercoppa di Francia il trofeo l’ha perfino già sollevato, era il 2 agosto del 2014, Workers Stadium di Pechino, Cina.
Insomma, la squadra è densa di campioni e, soprattutto, si ritiene ormai pronta per spiccare il volo. Certo, il suo sfrecciare trae l’ossigeno più dal corredo delle stelle che dalle invenzioni tattiche di Blanc, ma l’ora di sbriciolare le consuetudini sembra arrivata. O, almeno, lo spera specie il proprietario del club, Nasser Al-Khelaifi. Stufo di collezionare assi solo per vederli fiorire nel (piccolo) prato francese, l’imprenditore qatariano ambisce fortemente all’accesso nel gotha europeo e, quindi, mondiale.
La partita di ritorno contro il Chelsea di José Mourinho – per inciso, il gran sogno di Al-Khelaifi – avrà il profilo e la sostanza di un’impresa. Del resto, i parigini hanno acciuffato soltanto un pari per 1-1 nella gara di andata del Parco dei Principi e, così, mercoledì saranno obbligati a segnare e a non perdere nella cornice di Stamford Bridge. A trascinare i francesi contribuirà anche il desiderio di vendicare l’eliminazione subìta l’anno scorso proprio contro i Blues. In fondo, con campioni del calibro di Ibrahimovic, Cavani, Lavezzi, Verratti e Thiago Silva non si può non sognare.