Real Madrid contro Barcellona sfida a suon di gol tra Ronaldo e Messi. 400 milioni davanti alla tv

Real Madrid contro Barcellona sfida a suon di gol tra Ronaldo e Messi. 400 milioni davanti alla tv
di Benedetto Saccà
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Venerdì 24 Ottobre 2014, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 18:00
Dieci campioni del mondo (o ex), 14 esordienti, altrettanti paesi rappresentati, 400 milioni di probabili spettatori sparsi per l’universo. Ecco lo splendore del Clasico della Liga fra il Real Madrid e il Barcellona: davvero il pianeta del pallone trattiene il respiro. L’appuntamento è fissato per domani (sabato) alle 18 allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid: sarà Fox Sports a trasmettere la partita in Italia attraverso le voci di Stefano Borghi e di Fabio Capello.



I tratti e le sfumature del duello saranno certo un’infinità. Il Barça, del resto, comanda la classifica con un vantaggio di quattro punti rispetto al Madrid, terzo: e, fra i litiganti, ha indovinato lo spiraglio il Siviglia, che si è acquattato a tre lunghezze dalla capolista. I blaugrana, poi, esibiscono il miglior attacco del torneo con 22 centri, non hanno subìto neppure una sconfitta e, soprattutto, non hanno incassato neppure l’ombra di un gol in otto giornate. Incredibile, già.



I supporter catalani, per dirne un’altra, fremono all’idea di vedere all’opera (con la minuscola...) per la prima volta Luis Suarez, il più costoso degli acquisti blaugrana della scorsa estate, valutato la grandiosità di 81 milioni di euro. L’uruguaiano, come ben sappiamo noi italiani, è stato squalificato al Mondiale per aver addentato la spalla di Chiellini. Bene, la sospensione si esaurisce proprio in queste ore: disco verde, dunque, all’impiego immediato. «Luis giocherà ma non dirò quanto o quando, l’unica cosa sicura è che gli daremo dei minuti», ha annunciato Luis Enrique in sala stampa.



I «nemici intimi» Messi e Cristiano Ronaldo, poi, duelleranno a distanza: il portoghese ha già firmato 13 gol contro i blaugrana, mentre l’argentino ne ha realizzati addirittura 21 all’eterno rivale. Non bastasse, Leo insegue dappresso il record assoluto di reti del campionato spagnolo: ha siglato 250 centri (sic) e, ora, si è appostato a un solo passo dal basco Telmo Zarra, il primatista a quota 251.



Quanto agli allenatori, Luis Enrique debutterà nel Clasico da tecnico ma certo ricorderà gli scontri vissuti indossando perfino entrambe le maglie. «Noi andiamo al Bernabeu per vincere e per controllare la partita. Come sempre. Vedremo se saremo in grado di farlo ma la grandezza dell’avversario non cambia la nostra filosofia. Sull’orario e sul giorno di riposo in meno al Madrid, loro hanno ragione a lamentarsi. Mi piacerebbe che il calendario fosse non pregiudicasse nessuno. E anche che si giocasse più tardi. Ma ormai comandano le televisioni, c’è poco da fare», ha spiegato. «Pensiamo solamente a vincere», ha proclamato Iniesta. Impossibile, per la verità, avventurarsi nelle pieghe della probabile formazione: il Barcellona volerà a Madrid solo domani e Luis diramerà la lista dei convocati nella prima mattinata. Adriano, Douglas e Vermaelen, comunque, non hanno ancora superato una serie di problemi fisici.



Viceversa Ancelotti, un ex romanista come Luis Enrique, è apparso più sereno del collega. L’altra sera, per intendersi, si è accomodato negli studi della radio Cadena Ser e ha perfino fornito elementi legati alla formazione scelta per domani. Scherzo, pretattica, arroganza o leggerezza, oggi Carlo ha tentato di orientare la prua altrove: non avrà gli infortunati Bale, Coentrão e Jesé, d’altronde. «Ho la testa piena di idee e a me piace sempre pensare qualcosa di nuovo. E allora magari cambio qualcosa. Non in difesa, però potrei togliere una punta e mettere un centrocampista, o l’opposto. Ce l’ho un attaccante. Arriviamo in un ottimo momento, come loro. Sarà una grande partita perché nessuno al mondo ha tanta qualità come queste due squadre, e non solo in avanti, anche al centro e in difesa. Stiamo bene e quando stai bene recuperi più in fretta. Come ha detto Cristiano, si poteva giocare più tardi, non importa. Stavolta arriviamo molto meglio rispetto al Clasico di andata di un anno fa. Suarez? Non cambia nulla, né noi né loro modificheremo la maniera di giocare. Per noi la sua presenza non costituirebbe un problema. Però per il calcio è un bene che torni, è un grandissimo. Di fronte ad attacchi tanto forti bisogna difendere bene, uniti. Per noi la chiave è non lasciare spazio tra le due linee, giocare ravvicinati. Solo così potremo controllare il Barça. Che ha un allenatore e giocatori nuovi e vuole far bene dopo una stagione grigia. Lo vedo più motivato e con la stessa idea di calcio di sempre, forse appena più verticale davanti e con una difesa molto solida», ha concluso Ancelotti.