LE CIFRE
I numeri, spesso si sostiene, non parlano, però molto dicono. E, fotografando lo sfrecciare di Salah, raccontano che ha siglato lo spettacolo di sei gol nell’arco di nove partite giocate con la maglia del Liverpool. Grandiosa, quindi, è la media realizzativa: che produce un ritmo di una rete ogni 116 minuti. Da urlo. Al bilancio, poi, è il caso di aggiungere un paio di assist vincenti – tanto per non dimenticare certe care abitudini. Come si diceva, di Salah l’allenatore Klopp ha saputo ridisegnare la posizione in campo e, di riflesso, il cammino lungo la strada della stagione. Ha stabilito che fosse l’ala destra di un 4-3-3 e, una volta appurata la bontà dell’idea, al dettato tattico non ha più concesso emendamenti. In particolare va annotato che Salah ha debuttato in rosso il 12 agosto, trovando subito il gol contro il Watford. Poi si è divertito a lasciare la firma nelle partite contro l’Hoffenheim negli spareggi della Champions League, contro l’Arsenal in Premier, contro il Siviglia ancora in Champions e infine contro il Burnley e il Leicester l’altro ieri in campionato. Nessuna doppietta, una rete per gara – quasi sempre con il sinistro: ormai è una cifra stilistica, piovuta a impressionare perfino i meno appassionati. Con una puntualità istintiva, è addirittura riuscito a segnare nelle ultime tre partite giocate. Tra l’altro, domani sera, affronterà in Champions lo Spartak Mosca allenato da Massimo Carrera e naturalmente cercherà di aggiornare la sequenza, allungandola a quattro partite arricchite dal gol.
LA MATURAZIONE
Inevitabilmente i tifosi gli hanno lasciato un posticino nel cuore della stagione. Tanto che qualche giorno fa lo hanno eletto migliore giocatore del Liverpool del mese di agosto. E, di certo, essere nel cuore, e nei pensieri, di una curva come la Kop – gli appassionati sanno... – è un privilegio di pochi, oltre che il sogno di tanti. Insomma, compiuti i 25 anni, a Salah dev’essere venuto semplice trovare il proprio passo; e allinearsi a una traiettoria di crescita. Quando era nel Chelsea, tra il 2014 e il ‘15, giocava poco e poco segnava, ovvio. A Roma segnava molto, però anche molto sbagliava. Adesso, invece, gioca sempre e sempre segna. La si direbbe una mutazione nell’indole: o, meglio, una maturazione. Di sicuro, da ora, se senza intuire noterete una scia rossa volare imprendibile sul prato di Anfield Road, accompagnata magari da un fruscio, be’, allora sappiate che si tratterà di lui: di Mohamed.
Il tempo di capirlo: e già lo vedrete esultare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA