Trani, Alfano invia gli ispettori
Minzolini: mi vorrebbero muto e sordo

Il premier e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini (foto Ansa)
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Sabato 13 Marzo 2010, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 23:56
ROMA (13 marzo) - Silvio Berlusconi definisce ridicola e grottesca l'inchiesta della procura di Trani che lo vedrebbe indagato con l'accusa di concussione per aver esercitato pressioni sull'Agcom al fine di far bloccare la trasmissione Rai Annozero di Michele Santoro.



Nonostante i silenzi ufficiali della procura di Trani, la vicenda inizia a chiarirsi. Secondo una fonte giudiziaria il direttore del Tg 1, Augusto Minzolini (che nell'edizione delle 20 di stasera, in un editoriale, ha detto: «Non sarò mai un direttore dimezzato») non è indagato. Nel registro degli indagati ci sarebbe anche il commissario dell'Agcom Innocenzi che charisce: «ll mio ruolo non prevede poteri sanzionatori». Dagli atti dell'indagine Rai-Agcom emergono anche i nomi di alcuni ministri.



Intanto il ministro della Giustizia Angelino Alfano annuncia l'invio di ispettori a Trani. «Un sopruso del governo» ribatte l'Idv, «Alfano ministro ad personam» commenta il Pd che con Rosy Bindi lancia l'allarme: è emergenza democratica. «Siamo a disposizione» ha commentato il procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, mentre il capo degli ispettori di via Arenula Arcibaldo Miller assicura: non ci sarà nessun rischio interferenza con le indagini. Al centro delle indagini alcune intercettazioni telefoniche. Secondo fonti giudiziarie i telefoni del premier non sono stati sottoposti a intercettazioni: le conversazioni con il premier sono state captate perché parlava con persone le cui utenze erano sotto intercettazione. L'inchiesta sarebbe infatti scaturita da altre indagini relative a un truffa con carte di credito. Santoro annuncia che martedì andrà a testimoniare a Trani. Il presidente del Senato, Renato Schifani, non entra nel merito della vicenda, ma invita a proseguire l'iter del ddl sulle intercettazioni.



Intercettati anche due ministri. I nomi di due ministri emergono dagli atti dell'indagine Rai-Agcom: sono quelli di Sandro Bondi, titolare dei Beni Culturali, e Giulio Tremonti, responsabile del dicastero dell'Economia, intercettati indirettamente mentre parlavano al telefono con persone nei confronti delle quali la magistratura tranese aveva disposto le intercettazioni. Poiché il contenuto delle conversazioni non ha alcuna rilevanza penale, le intercettazioni non saranno trascritte e sarà disposta la loro distruzione.



Editoriale di Minzolini: non sarò mai direttore dimezzato. «Non sarò mai un direttore dimezzato, nel rispetto della mia storia e quella del Tg1. Non lo sarò mai nel rispetto dell'informazione approfondita e libera» ha detto questa sera, nell'edizione delle 20, il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, in un editoriale in cui è intervenuto sulla vicenda delle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta della procura di Trani.

Minzolini nel suo editoriale si è rivolto ai telespettatori per «un rapporto di trasparenza» con loro dicendo che «per un giorno il mio nome è finito nel frullatore delle intercettazioni. Per un giorno ho provato la gogna mediatico-giudiziaria». Minzolini ha spiegato che si era «riproposto di non intervenire», ma lo ha fatto proprio perché la vicenda «tocca non solo la mia persona, ma il rapporto con voi». Il direttore del Tg1 tornando sull'inchiesta di Trani - secondo fonti giudiziarie Minzolini non è indagato - e sulle intercettazioni di sue conversazioni con il premier Berlusconi, ha spiegato: «Sono un direttore, ma innanzitutto un giornalista che parla non solo con il premier, ma con tutti i politici. Prima di me lo hanno fatto, al netto dell'ipocrisia, altri direttori del Tg1. Dunque, dove è lo scandalo? Qualcuno vorrebbe un direttore muto e sordo che se non sta al gioco deve essere cacciato a pedate, un linguaggio che Mussolini usò con Giovanni Amendola. C'è chi vuole un direttore dimezzato, ma io non lo sarò mai».



Berlusconi: inchiesta ridicola e grottesca. «Mi occupo di cose serie, non di cose ridicole e addirittura grottesche». Così il premier al Tg4 risponde a una domanda di Emilio Fede sulla vicenda di Trani. «Per quanto concerne la Rai - continua il presidente del Consiglio - posso dire che ho sempre ritenuto inaccettabile, come lo ritengono inaccettabile tutte le persone di buon senso, che si sottopongano a processi in tv delle persone che sono già sotto processo davanti ai giudici e che si accusano in tv di tutto con ferocia e senza dare loro la possibilità di difendersi. E ho sempre chiesto a destra e a manca che si facessero esposti in tal senso all'autorità apposita per le comunicazioni perchè assumesse gli opportuni provvedimenti. A 15 giorni dal voto è chiaro che certa magistratura sta gettando fango su di noi dettando tempi e temi della campagna elettorale».



Alfano manda ispettori a Trani. «L'inchiesta - dice il ministro ad Agrigento per incontrare i vertici dell'Asp all'indomani della revoca del sequestro dell'ospedale San Giovanni di Dio - il cui contenuto non conosco nel merito, evidenzia almeno tre gravissime patologie che sono chiare allo studente che affronta all'università l'esame di procedura penale. E cioè: un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d'ufficio».



L'ispezione alla procura di Trani disposta dal ministro della Giustizia partirà la prossima settimana. «Inizieremo lunedì» ha detto il capo degli ispettori Arcibaldo Miller.



Idv: ispettori a Trani sopruso del governo. A dichiararlo il presidente dei deputati dell'Idv, Massimo Donadi, che parla di «atto arrogante e intimidatorio che si usa nei regimi». E avverte «le intercettazioni non si toccano perché sono indispensabili per scoprire reati e perseguire criminali».



Ferranti (Pd): Alfano ministro ad personam. Secondo il capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, con le «sue (di Alfano ndr) continue attenzioni alle questioni personali processuali del premier e con questo suo uso privato della politica» viene «sempre più svuotato il ruolo istituzionale con il rischio concreto di trasformarsi in ministro ad personam».



Telefoni Berlusconi non sottoposti a controlli. L'Ansa riferisce che indagando sui presunti tassi usurari applicati ai titolari di carta di credito revolving di American Express, si è aperto casualmente il giro di telefonate tra il premier, il direttore del Tg1 e il commissario dell'Authority Innocenzi. Questo filone investigativo è quindi assolutamente autonomo rispetto a quello delle carte di credito. Sono state proprio le persone coinvolte in quest'ultima indagine a contattare giornalisti e lo stesso direttore del Tg1 per evitare che la stampa nazionale si occupasse della vicenda. American Express Italia però «smentisce nel modo più categorico di aver esercitato pressioni sui mezzi di informazione e ribadisce di aver sempre operato nel rispetto della normativa vigente e nell'interesse dei propri titolari di carte di credito».



Fonti pm: finora no misure interdittive. La Procura di Trani non ha finora chiesto al gip l'adozione di provvedimenti interdittivi a carico di alcuno degli indagati nella vicenda Rai-Agcom. Le fonti giudiziarie specificano che il pm Michele Ruggero era in procinto di inviare al giudice Roberto Oliveri Del Castillo richieste di interdizioni dopo aver ricevuto, il 5 marzo, i verbali di trascrizioni di tutte le intercettazioni telefoniche. Dopo le rivelazioni pubblicate ieri da Il Fatto quotidiano non si sa se il pm abbia ancora intenzione di inviare al gip le richieste cautelari.



Santoro: martedì testimonierò a Trani. Il giornalista lo annuncia su vari quotidiani affermando che nell'Agcom ci sono funzionari «lottizzati» anch perché, afferm ail giornalista, ci sono «tre ex sottosegretari di Berlusconi» e «Innocenzi è un ex dipendente Fininvest».



Innocenzi: non ho potere sanzionatorio. Il commissario «non ha alcun potere sanzionatorio, semmai è il consiglio che commina sanzioni, ma solo dopo che sia stata completata, a posteriori, l'istruttoria su un programma», afferma Giancarlo Innocenzi, in un colloquio con La Stampa, il quale spiega che la chiusura di Annozero, così come di altri programmi elettorali approfondimento della Rai durante la campagna elettorale, è stata presa dal Consiglio di amministrazione della Rai sulla base del regolamento varato dalla Commissione Vigilanza.



Pdl: si è perso il lume della ragione. «Si è perso il lume della ragione giuridica e non solo» dice il parlamentare del Pdl Gaetano Pecorella, che è anche uno dei legali del Cavaliere. Secondo Pecorella l'indagine «serve a portare in sede giudiziaria il conflitto politico. C'è un politico che si lamenta di una trasmissione tv per l'approssimarsi della campagna elettorale. Ebbene, ci può essere una valutazione politica su questo fatto, ma dov'è il reato?». Inoltre, conclude Pecorella, la Procura di Trani, che ha aperto l'inchiesta, «non è competente dal punto di vista territoriale. Ci sono tutti gli elementi per dire che siamo alla caccia a Berlusconi e che non si riesce ad uscire dal caos di cui si lamenta il presidente della Repubblica».



Cicchitto: uso intercettazioni da pm politicizzati. Per Fabrizio Cicchitto (Pdl) c'è un uso delle intercettazioni contro Berlusconi e il centrodestra da parte di magistrati «politicizzati». «Credo - ha detto a Venezia, a margine di un incontro con il ministro candidato sindaco Renato Brunetta - che adesso si capisca molto meglio perché il Pd e Italia dei Valori sono contro il progetto che limita le intercettazioni telefoniche». «Non c'è - ha aggiunto - un problema di lotta al crimine ma c'è un problema di un uso delle intercettazioni contro Berlusconi e gli esponenti del centrodestra ad opera di magistrati politicizzati. Questo - ha concluso - è l'autentico scandalo di Trani».



Capezzone: sinistra semina odio. «Le vicende di questi giorni, dalla campagna elettorale ai veleni Rai, confermano che siamo dinanzi a quella che il presidente Berlusconi ha definito una scelta di campo - afferma il portavoce Pdl Daniele Capezzone - Da una parte, c'è chi governa il paese con responsabilità, e lavora per la ripresa. Dall'altra, c'è chi semina odio, chi avvelena il clima, chi vorrebbe linciare i giornalisti liberi non asserviti alla sinistra, chi rovista nella spazzatura, chi si fa guidare dall'estremismo di Di Pietro, chi puntava su Spatuzza e su Ciancimino jr., chi vorrebbe abbattere fisicamente i propri avversari, e non batterli democraticamente. Una sinistra così non è affidabile e non merita fiducia».



Schifani: affrontare presto ddl Senato sulle intercettazioni. «Non entro nel merito della vicenda, ma ritengo che il ddl che giace in Senato ormai da un anno sia maturo perché possa essere affrontato serenamente sia in commissione che in aula». Così il presidente del Senato, Renato Schifani commenta, da Bagheria (Palermo), dove ha partecipato al Parlamento della legalità, alle polemiche sulle intercettazioni che coinvolgano la Rai e il premier.



Sulle intercettazioni interviene anche il presidente dell'Ufficio del Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, che chiede un intervento legislativo che disciplini meglio modalità e tempi in cui vengono rese note le stesse.



Bindi: è emergenza democratica. «È una democrazia a rischio, perché credo sia ormai evidente, che il governo, Berlusconi, la maggioranza usano il consenso elettorale non per risolvere i problemi degli italiani, ma per risolvere i loro problemi, con arroganza, con prepotenza e rivendicando il consenso che hanno avuto violando tutte le regole. Quelle che riguardano i problemi con la giustizia di Silvio Berlusconi e dei suoi amici, quelle che riguardano l'informazione e perfino le regole che riguardano la democratica competizione elettorale». A lanciare il duro j'accuse è stata la presidente del Pd, Rosy Bindi in occasione di un incontro elettorale a Padova per presentare la candidatura di Giuseppe Bortolussi a presidente della Regione Veneto. Secondo Rosy Bindi «dietro questa emergenza democratica si nasconde l'incapacità del governo di risolvere i problemi veri degli italiani: il lavoro, la scuola, la salute, le imprese. È per questo che noi oggi scendiamo inpiazza, per dire Democrazia e lavoro sono una parola sola».



«I rilievi penali della vicenda delle intercettazioni riguardano la magistratura - afferma la Bindi - ho visto che il ministro Alfano manderà un'ispezione a Trani, quindi queste vicende si risolvono nelle sedi proprie. Noi abbiamo denunciato la gravità politica di ciò di cui siamo venuti a conscenza grazie alle intercettazioni: che è quella di un presidente del Consiglio, che è il proprietario di un impero della comunicazione, che riguarda la Rai e la controlla nel dettaglio quotidiano, nei colloqui con i suoi direttori, con i suoi amici, pro o contro, questo o quello, in base alle sue convenienze». La Bindi parla di uno «modo di esercitare il potere contro gli interessi dei cittadini, contro la libertà di informazione ed è questo che noi denunciamo». La Bindi denuncia che «questa maggioranza ha imposto 15 giorni di silenzio nelle sedi televisive perché hanno paura perfino del confronto nelle trasmissioni tra centrodesta e centrosinistra e anche da questo punto di vista hanno fatto una figuraccia come stanno facendo ovunque, e questa è una cosa seria, grave che noi non possiamo non denunciare».



Sereni (Pd): prova allergia premier informazione libera. «Le notizie trapelate sulla inchiesta della magistratura di Trani creano grande sconcerto e rafforzano la preoccupazione per la libertà di informazione nel nostro paese - afferma il vicepresidente del Pd Marina Sereni - Se davvero il Presidente del Consiglio ha investito un consigliere dell'Authority sulle comunicazioni e successivamente il direttore generale della Rai per impedire la messa in onda di trasmissioni scomode, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, che conferma l'allergia di Berlusconi ad un sistema di informazione libera, di inchiesta, pluralista».



«Ridicoli e grotteschi sono il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia» afferma Felice Belisario, presidente del gruppo Italia dei valori al Senato. «Quando Berlusconi, Alfano e compagni sono scoperti con le mani nella marmellata gridano contro chi li ha scoperti. I magistrati di Trani fanno il loro mestiere e cercano di combattere ogni tipo di reato» conclude Belisario.



Casini: non conosco l'inchiesta e non commento. «Non conosco l'inchiesta, non so cosa ci sia di vero e cosa di falso - afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Ho letto solo dei gossip giornalistici e non posso commentare».



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