Ingegnere detenuto in Africa, l'appello della moglie: «L'ambasciata prende tempo»

Maurizio Cocco con la moglie
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 25 Febbraio 2024, 08:23

La Farnesina si attiva per il caso di Maurizio Cocco, l'ingegnere di Fiuggi detenuto da circa due anni in Costa d'Avorio. E questa è la buona notizia, ma ce n'è anche una cattiva: i problemi di comunicazione con l'ambasciata. Intanto il tempo passa e per il professionista ciociaro gli spiragli per uscire dall'incubo restano sempre incerti. Cocco è stato arrestato nel giugno del 2022 con l'accusa di far parte di un'associazione criminale dedita al narcotraffico e al riciclaggio. Accuse per le quali il ciociaro, che in Africa lavora nel campo dell'edilizia, si era sempre dichiarato innocente e dalle quali alla fine è stato infatti prosciolto. Ora però al fiuggino è stata contestata una presunta frode fiscale, di cui non si conoscono gli importi e per la quale soprattutto il ciociaro non era mai stato oggetto di alcun accertamento dell'Agenzia delle Entrate della Costa d'Avorio. Fatto per il quale, secondo la legge ivoriana, non potrebbe essere nemmeno indagato.

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A raccontare gli ultimi sviluppi è Assunta Giorgili, la moglie dell'ingegnere. «La Farnesina - riferisce - ha dato mandato all'ambasciata italiana in Costa d'Avorio d'interessarsi al caso di mio marito. Il nostro avvocato ivoriano si è recato presso la sede diplomatica per spiegare la situazione processuale e chiarire che mio marito, nonostante sia stato prosciolto, continua ad essere detenuto. Attendavamo buone notizie, ma nella giornata di venerdì il nostro legale italiano, l'avvocato Pasquale Cirillo, ha contattato l'ambasciatore italiano in Costa d'Avorio, Arturo Luzzi, il quale ha riferito di non aver capito bene il dossier dell'ingegnere Cocco e che sarebbe meglio parlare con l'avvocato ivoriano che lo assiste. L'avvocato ivoriano però - prosegue la moglie di Maurizio Cocco - ha già avuto un incontro con il console, braccio destro di Luzzi. I due evidentemente non si parlano».
Ma la signora Giorgili insinua un sospetto: «Non vorremmo che sia soltanto un modo per prendere tempo per un motivo che non comprendiamo. Sappiamo però che tra due mesi Luzzi terminerà il mandato di ambasciatore in Costa d'Avorio e ci auguriamo che questo non induca lo stesso a rinviare i dossier come quelli di mio marito». Il momento per il destino processuale del ciociaro è però cruciale. È stata presentata un'altra richiesta di libertà provvisoria e con tutta probabilità, senza un intervento dell'ambasciata, l'esito dell'istanza sarà negativo. «Altre persone che si trovavano nella stessa posizione di mio marito - spiega la signora Giorgili - sono state rimesse in libertà dopo il pagamento di cospicue cauzioni o grazie alla conoscenza di persone importanti. Mio marito invece, da innocente, continua a marcire in carcere».
Pierfederico Pernarella
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