Rilancio Cassino Plant, ultimatum della Uilm: «Pronti allo sciopero»

Rilancio Cassino Plant, ultimatum della Uilm: «Pronti allo sciopero»
di Alberto Simone
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Sabato 4 Maggio 2024, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 09:48

 

«Urge un incontro istituzionale con i vertici aziendali di Stellantis: in mancanza di risposte proporremo uno sciopero nazionale del settore automotive». A lanciare l'ultimatum è la Uilm, il sindacato più rappresentativo all'interno della fabbrica di Cassino, preoccupato non solo per il destino del sito pedemontano ma per tutto ciò che sta accadendo nel Paese relativamente al settore automotive. Del resto poche settimane fa, proprio in occasione dello sciopero della Uilm di Frosinone dinanzi lo stabilimento di Cassino, il segretario nazionale Palombella aveva evidenziato che «dopo Melfi, la situazione più grave è quella di Cassino».

IL PUNTO

Lo scorso 5 aprile si sarebbe dovuto riunire il tavolo al Ministero: quel vertice è stato annullato alla vigilia e, da allora, un mese è passato invano.
«Bisogna dare un esito positivo a quel tavolo automotive che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha aperto, ma che ancora non ha dato nessuna risposta; i vertici aziendali devono fare completa chiarezza sui programmi produttivi per il nostro Paese, indicando investimenti e tempistiche. In mancanza di ciò - annuncia la Uilm - assumeremo tutte le iniziative che un sindacato determinato e responsabile deve mettere in campo per far sentire la voce dei lavoratori, proponendo lo sciopero nazionale del settore automotive alle organizzazioni sindacali con cui ci siamo già mobilitati unitariamente».
Nella sostanza dei fatti il sindacato chiede a Stellantis di completare e migliorare il piano industriale per l'Italia, assegnando vetture non esclusivamente elettriche e di larga diffusione. Altro punto dolente è la salute e la sicurezza: «In tutte le fabbriche - spiegano i sindacalisti - devono essere inoltre garantite condizioni di vivibilità e di decoro e devono essere predisposte postazioni idonee per le maestranze con ridotte capacità lavorative. Stellantis deve scegliere se confermare o rinnegare quel principio della partecipazione su cui è stato fondato lo stesso Contratto collettivo». Di recente a Cassino la Uilm ha scioperato puntando i riflettori anche sull'indotto: sono 225 i posti a rischio. A tal proposito, oggi ribadisce: «A soffrire non solo i lavoratori di Stellantis ma anche quelli dell'indotto della componentistica e dei servizi, verso cui occorre sia responsabilità sociale da parte di Stellantis sia strumenti concreti di tutela da parte di un Governo che più volte ha promesso di intervenire, ma che fino ad ora non ha fatto nulla. Anche l'arrivo di un eventuale secondo produttore potrebbe essere positivo solo qualora si aggiungesse ad un consolidamento e ad un rilancio di Stellantis e non certo se arrivasse in sua sostituzione totale o parziale, come sembra adombrare lo stesso Governo».

LA PROTESTA

Ma non è solo la Uilm ad esprimere preoccupazione. Anche la rete operaia territoriale Insorgiamo Cassino' accende i riflettori su quel che sta accadendo all'interno di Stellantis e ha indetto proprio per questa mattina a partire dalle 10.30 un presidio nella centralissima piazza Diamare con un'assemblea aperta per dire basta allo smantellamento industriale: «Lo smantellamento dell'ex Fiat - sèiegano - significa la perdita di posti di lavoro nell'ordine delle decine di migliaia tra dipendenti diretti e dell'indotto, ma non è in gioco soltanto la produzione industriale del territorio. È a rischio un'intera economia».

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