Inchiesta sulla presunta truffa con il sisma bonus, ora si cercano le "talpe" in Comune. Un valzer di date e sovrapposizione di protocolli nella concessione edilizia per accedere al bonus sui quali, in queste ore, si concentra l'attenzione della guardia di finanza. Ma per ben comprendere la portata degli accertamenti in corso bisogna riavvolgere il nastro. Partire dal marzo scorso, quando gli uomini delle fiamme gialle si trovano di fronte un grossolano abuso edilizio. Un complesso residenziale, in centro a Cassino, sorto dove c'era il mercato coperto con un cantiere aperto tre anni prima della concessione edilizia. Possibile? Per il pm Alfredo Mattei e gli uomini della fiamme gialle del Gruppo di Cassino, diretti dal tenente colonnello Francesco Papale, proprio no. Ed ecco perché hanno eseguito un dettagliato approfondimento investigativo. Quella concessione edilizia esibita agli investigatori, dalla società che ha realizzato il complesso residenziale, con la data del 2017, non sarebbe stata altro che una proroga della concessione del 2014. Proroga che, però, non avrebbe permesso di accedere alle agevolazioni, Sisma bonus, previste dalla legge di bilancio 2021. Dunque ci sarebbe stata la falsificazione della concessione edilizia con data 2017 (anno in cui sono iniziate le agevolazioni), utilizzando il protocollo della proroga del 2014. Un presunto sistema che avrebbe permesso di usufruire - come sostenuto dagli acquirenti - del beneficio previsto dal sisma bonus, consistente in uno sconto in fattura di 96 mila per singola unità immobiliare, riducendo notevolmente il prezzo di acquisto. Tante le domande, tornando agli accertamenti di queste ore, che si pongono gli investigatori: possibile che in Comune nessuno si sia accorto di nulla? Possibile non ci sia stata una verifica del fascicolo? Possibile che sul cantiere non sia mai stata avviata un accertamento?