PIÙ SCONTATA SENZA TERZINI
Maicon dovrebbe farcela per Napoli. Ci spera anche Dodò. L’assenza del primo e quella di Balzaretti che non gioca da quattro mesi condizionano la Roma, anche se i risultati farebbero pensare il contrario: con 58 punti in 25 partite, Garcia ha eguagliato il record di Capello nella stagione 2000-2001 , quella del terzo scudetto, quando però i giallorossi avevano 6 punti di vantaggio sulla Juve. Alla lunga non avere i fluidificanti rende più prevedibile la manovra: Torosidis non è intraprendente e Romagnoli è un centrale difensivo adattato da esterno basso. La partita si gioca inevitabilmente in mezzo al campo, l’azione più pericolosa contro l’Inter, Nainggolan per Pjanic, nasce proprio nella zona centrale. L’unico cross di Torosidis, nella ripresa, con finta di Destro e recupero di Rolando in extremis su Gervinho è l’altra grande chance del match. L’altra opzione delle ultime giornate: palla lunga, chiedendo a Destro e ai due esterni di andare in profondità, sfruttando soprattutto Gervinho che sa puntare l’uomo e ribaltare meglio di altri l’azione. Non avendo il contributo dei terzini, è normale che i centrocampisti facciano il doppio della fatica, sprecando più energie. Ecco perché sono meno brillanti, a cominciare da Strootman.
QUALITÀ CERCASI
Scarseggiano le idee quando mancano, in contemporanea, Totti e Pjanic. Il capitano si è sottoposto sabato all’ennesimo controllo che ha evidenziato un leggero miglioramento. Il dolore, però, c’è sempre. Farà un altro accertamento a breve: prima di giovedì non dovrebbe rientrare in gruppo e quindi contro il Napoli, al massimo, sarà disponibile per la panchina (non è sicuro). Il bosniaco, invece, sta meglio. Anche lui sente ancora un po’ di dolore al ginocchio, ma sta seguendo un programma di fisioterapia che lo dovrebbe riportare presto al cento per cento. Ieri sera era in tribuna al Parco dei Principi, con l’amico Benatia, per assistere a Psg-Marsiglia, invitato dal club parigino che punta ad averlo nella prossima stagione. Il suo ingresso contro l’Inter ha reso più efficace la Roma. Ha fatto il trequartista, nel 4-3-1-2, dietro a Destro e Gervinho. Garcia, già nel primo tempo, ha chiesto a Ljajic di lasciare la fascia e di posizionarsi tra le due linee (difesa e centrocampo) nerazzurre per entrare con più continuità nel vivo del gioco. E’ la conferma che il francese ha bisogno di qualità, e in particolare in fase di possesso palla, dal centrocampo in su. La sua idea di calcio è sempre e comunque propositiva, non è mai soddisfatto quando i suoi giocatori si affidano esclusivamente alle ripartenze, aspettando la squadra avversaria. Il serbo non deve aver convinto il tecnico in quel ruolo, tant’è vero che dopo meno di un’ora ha messo al suo posto proprio Pjanic.
DOPPIO CENTRAVANTI
Nella rosa della Roma non basta Destro. Serve l’alternativa, per sostituirlo quando non è in serata e per completare l’organico in vista del ritorno, l’anno prossimo, in Champions. Totti ormai non fa più la prima punta, Bastos è esterno. In mezzo, quando mancano Mattia o il capitano, ci finisce Gervinho. Anche Ljajic può farlo. Ma il finalizzatore ha altre caratteristiche. Il problema è ultimamente lievitato: la Roma non ha segnato in 4 delle 12 gare del 2014 (contro la Juve, la Lazio e l’Inter in campionato, a Napoli in Coppa Italia). In precedenza, nelle altre 17, solo 1 volta, contro il Cagliari. Lo 0 a 0 contro l’Inter (quarta gara a digiuno in questo torneo) è ben diverso da quello nel derby: sono diminuite le conclusioni e la supremazia territoriale. Calo fisiologico, appunto. E momentaneo. Di squadra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA