Mauro Glorioso, condannato a 10 anni e 8 mesi il ragazzo che lo ferì lanciando una bici dai Murazzi di Torino insieme agli amici: «Tentato omicidio»

Tra gli indagati anche altri 4 ragazzi

Torino, un ragazzo condannato a 10 anni e 8 mesi: ferì uno studente siciliano con una bici elettrica
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Martedì 19 Marzo 2024, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 08:13

La vita di Mauro Glorioso andò in pezzi durante una serata che stava trascorrendo in allegria. Fu nel gennaio del 2023 che questo giovane e irreprensibile studente universitario di origine palermitana rimase ferito in modo gravissimo perché qualcuno, dall'alto della balaustra dei Murazzi, uno dei luoghi deputati della movida di Torino, aveva fatto cadere verso di lui una pesante bici elettrica. Oggi, per quel gesto che persino l'avvocato difensore di uno degli autori ha definito «scriteriato», il tribunale ha pronunciato una condanna a dieci anni e otto mesi di carcere. Reato: il tentato omicidio. 

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La ricostruzione

La sentenza, arrivata al termine di un rito abbreviato, riguarda Victor Ulinici, un diciannovenne che fece parte del gruppo dei «lanciatori».

Domani per tre imputati minorenni, già condannati in primo grado a pene comprese fra i 9 anni e 9 mesi e i 6 anni e 8 mesi, è in programma il processo d'appello. Quando fu colpito dalla bici, Mauro era tranquillamente in attesa di entrare in uno dei tanti locali pubblici che punteggiano i Murazzi. Non conosceva nessuno di quella combriccola di ragazzini che si erano radunati una decina di metri più sopra, dietro la balaustra, e avevano deciso di folleggiare ai danni di chi stava più sotto. Nel giro di un paio di settimane i carabinieri individuarono e arrestarono i componenti del gruppo: origini italiane, casa in una borgata periferica, almeno uno con una famiglia già nota alle forze dell'ordine. Nel corso dei processi le difese hanno insistito sulla scarsa consapevolezza e sulla giovane età.

La difesa

Oggi l'avvocato di Victor, Luigi Tartaglino, ha messo l'accento sul fatto che il giudice ha concesso le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti: «Era giusto tenere conto che il mio assistito era appena diciottenne e, quindi, già maggiorenne ma non ancora pienamente maturo. Del resto è quanto prevedono le norme». Ma anche lui non nasconde o sminuisce la gravità di quanto è successo: «Spero - dice - che la sentenza sia di monito per quei ragazzi che al sabato sera, credendosi invincibili, si rendono autori di fatti scriteriati di questo genere. Sono anche felice di avere stretto la mano al papà di Mauro, che sta sopportando un dolore immenso con grande dignità». Dagli imputati sono arrivate parole di scusa che non hanno convinto la famiglia Glorioso. «Non abbiamo riscontrato pentimento da parte di nessuno - dice il padre, Giuseppe - ed è la cosa che fa più male».

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