Vladimir Putin sarà presidente della Federazione russa fino al 2030: è questo l'esito scontato delle elezioni che si sono tenute nello scorso fine settimana, elezioni decisamente poco regolari con blitz dei soldati ai seggi, urne trasparenti e violazioni del segreto del voto. Il risultato però non cambia e l'attuale leader del Cremlino potrà avere pieno controllo sul Paese per la quinta volta, esercitando l'enorme potere che ormai gestisce da 24 anni, nei quali ha alternato il ruolo di presidente a quello di primo ministro. Lo scorso mese, in una sorta di discorso elettorale (come se ne avesse bisogno) Putin ha spiegato quali sono i suoi piani per i prossimi 6 anni, definendo gli obiettivi che si è prefissato di raggiungere principalmente in materia di economia e politica estera.
Politiche economiche
Secondo Bloomberg, da qui al 2030 Putin ha previsto un piano di spesa di circa 15 mila miliardi di rubli (circa 150 miliardi di euro).
La crisi demografica
Per quanto riguarda la crisi demografica che ha colpito la Russia negli ultimi anni, Putin ha affermato di voler raggiungere, entro il 2023, un'aspettativa media di vita di 78 anni, quella che sarà, tra l'altro, l'età del leader del Cremlino alla fine del mandato. Nelle regioni dove gli indicatori della natalità sono più bassi sono previsti finanziamenti supplementari, insieme al prolungamento fino al 2030 del mutuo agevolato per l’acquisto di un appartamento per famiglie con più figli.
Politica estera
Nel suo discorso dello scorso mese, Putin ha ribadito ancora una volta le sue intenzioni anti-occidentali, affermando che la Russia è pronta a utilizzare anche le armi nucleari. Capire con certezza se lo Zar abbia intenzione di invadere la Polonia o iniziare una vera e propria guerra con la Nato non è possibile, anche perchè le dichiarazioni pubbliche spesso nascondono molta strategia. È molto probabile, invece, che la Russia lanci sempre più frequenti attacchi informatici per creare scompiglio tra i membri dell'Alleanza atlantica. Allo stesso tempo, Putin probabilmente cercherà di “sostenere” i politici che considera amici della Russia, come l’ungherese Viktor Orban e, in un certo senso, anche Donald Trump. La speranza del Cremlino è che l'Occidente crolli e che in breve tempo sia possibile rivendicare una vera e propria vittoria in Ucraina, anche senza conquistare l'intero paese (circostanza, al momento, piuttosto improbabile). L'obiettivo principale sarà quello di consolidare ancora di più il controllo sulle zone dell'Ucraina attualmente conquistate dalla Russia, sperando così di mantenere il Paese diviso, debole e con meno possibilità di entrare nella NATO o nell'UE.