Putin mira alla Finlandia ed è pronto a minacciare l'Occidente, gli 007 Ue: «Verso guerra lunga con la Russia»

La riunione dello Stato maggiore italiano e la spinta per aumentare le spese per la Difesa

Putin mira alla Finlandia ed è pronto a minacciare l'Occidente, gli 007 europei: «Verso una guerra lunga»
di Francesco Bechis e Valeria Di Corrado
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Venerdì 22 Marzo 2024, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 10:03

A metterli in fila, si potrebbe perfino pensare che la mano sia la stessa. Lituania e Lettonia, Francia e Germania, Italia e Polonia. C’è una frase ricorrente negli ultimi rapporti annuali dei Servizi segreti dei principali Paesi europei. La Russia di Vladimir Putin, se avrà campo libero, non si fermerà in Ucraina. «Si sta preparando a una guerra lunga con l’Occidente». A partire dai suoi vicini europei: i Baltici, i neo-acquisti della Nato Finlandia e Svezia, la Polonia. Non è casuale l’escalation retorica dei leader europei. C’è un motivo se per la prima volta, nei documenti ufficiali a Bruxelles, si parla di «prepararsi a un’emergenza militare»: su questo sarà stilato un rapporto chiesto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen all’ex presidente finlandese Niinisto.

L’ALLERTA

Certo, il crescendo drammatico dei toni nelle cancellerie del Continente ha alle spalle anche calcoli politici.

Come la proposta di Macron, ripetuta in più occasioni, di inviare truppe Nato in Ucraina, un colpo per spiazzare sul piano interno la rivale Le Pen e le sirene filorusse della destra francese. Ma la consapevolezza di una fase critica è ben presente anche alla nostra intelligence. Dove parlano di un momento di «tensione e attenzione». E sullo scenario in evoluzione si è di recente confrontato in una riunione ad hoc lo Stato maggiore della Difesa italiana, a cui spetta decidere se innalzare o meno il livello di allerta delle forze armate. Per ora, non è stato reputato necessario alzare l’asticella, come è accaduto invece all’indomani dell’invasione russa nel 2022. L’Italia oggi «non è minacciata direttamente», spiegano ambienti della Difesa, ma «bisogna guardare al futuro e tenersi pronti». Tradotto: aumentare le spese militari per centrare al più presto il 2 per cento del Pil chiesto dalla Nato. Si ritorna anche a parlare della necessità di costituire una forma armata comune europea. L’allarme Ue però parte dall’alto, a Nord. È la Finlandia, raccontano fonti diplomatiche a Bruxelles, a segnalare il rischio di uno scontro diretto con la Russia. Da quando Helsinki ha ufficializzato l’ingresso della Nato, la furia del Cremlino ha preso forma in una sequenza di pericolose provocazioni lungo i 1300 chilometri di confine che ora qui scavano un solco tra Russia e Alleanza atlantica. Nel 2023, ben cinque voli di bombardieri russi Tu-22M sopra le acque del Mar Baltico. In autunno, il dispiegamento di navi militari nel Ladoga, l’immenso lago della Carelia al confine finlandese, armate di missili Kalibr in grado di colpire il vicino. Una rappresaglia dichiarata dalle autorità russe per l’ingresso nella Nato. E ancora, questo gennaio, la decisione di Mosca di annullare l’accordo per la gestione comune del confine con la Finlandia, in vigore da più di un decennio. Un altro segnale, per altro nel mezzo di un boom di arrivi dal confine russo che ad Helsinki riconducono alla «guerra ibrida» di Putin. Insieme, i tasselli iniziano a formare un puzzle compiuto. La Danimarca ha annunciato l’introduzione della coscrizione femminile a partire dal 2026 e l’estensione del servizio di leva da quattro a 11 mesi sia per gli uomini che per le donne, la terza nazione europea a muoversi in questa direzione. Nei rapporti delle intelligence europee si cita il caso di Kaliningrad, l’enclave russa tra Lituania e Polonia sempre più teatro di dimostrazioni muscolari del Cremlino. Prima la visita di Putin, a febbraio, mentre la guerra infuriava ad Est. Poi, a inizio marzo, l’esercitazione della Flotta baltica con i missili Iskander. Quanto basta per sdoganare nei rapporti degli 007 europei la parola “guerra”. 

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I PREPARATIVI RUSSI

Nella relazione dei Servizi italiani pubblicata a fine febbraio, si segnala «la creazione, da parte del regime russo, di programmi scolastici e azioni di propaganda atti a giustificare un conflitto di lunga durata con l’Occidente, definito da Putin il “nemico” di Mosca». Di nuovo l’alert che ora agita l’Ue: uno scontro diretto con la Russia non è fantascienza. L’intelligence tedesca, in un rapporto riservato e pubblicato da Business Insider, si è spinta oltre, immaginando l’anno della deflagrazione: il 2026. A Roma prevale la cautela: non esiste oggi una minaccia imminente. Eppure si leggono con attenzione, nei report settimanali, i sintomi dell’escalation militare russa.

Da un lato c’è la consapevolezza che le sanzioni europee «non hanno sortito effetti» e che il consenso di Putin non è stato scalfito: lo dimostrano le elezioni-plebiscito in Russia, nonostante i dubbi fondati sulla libertà del voto. Dall’altro, la riforma della leva obbligatoria russa: due milioni di coscritti in più. E insieme la revisione dello sconfinato Distretto militare occidentale. Con due decreti firmati a fine febbraio Putin ha deciso che sarà diviso in due, per impegnare l’armata russa sia sul fronte di Polonia-Ucraina, sia sulla frontiera Nord-Est della Nato. Ce n’è abbastanza per alzare anche qui, in Europa, il livello di guardia.

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