Ferrari, comincia l'anno zero: la Rossa riparte, rivoluzionato l'assetto del team

Ferrari, comincia l'anno zero: la Rossa riparte, rivoluzionato l'assetto del team
di Giorgio Ursicino
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Lunedì 24 Novembre 2014, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 10:28
Un foglio bianco. Mai come in questa occasione la Ferrari ripartirà da un foglio bianco dopo una delle sue stagioni più disastrose della F1 moderna. Quando nel 1974 Montezemolo portò il giovane Lauda a Maranello al comando della Scuderia c'era ancora Enzo Ferrari. E un ventennio dopo quando sbarcarono in Italia Schumacher e tutti i suoi tecnici della Benetton (Brown e Byrne in primis) il Cavallino era guidato dalla solida e affiatata coppia Montezemolo-Todt. Ora, invece, basta riavvolgere il film di appena otto mesi e si fa fatica a credere che si tratti della stessa realtà. Ferrari non fa più capo a Fiat, ma a Fca che ha sede legale all'estero ed è quotata a Wall Street. Presto verrà scorporata e a sua volta cercherà fortuna in borsa a New York. Al posto dello storico Presidente (al timone per 23 anni) c'è Sergio Marchionne, il manager dell'azionista che, quasi dal nulla, ha inventato Fiat-Chrysler. Riuscirà a risollevare rapidamente il Cavallino azzoppato? La promessa, solenne, l'ha fatta, e pare sia già al lavoro senza sosta, come sa fare lui (dovrebbe aver già ingaggiato una sessantina di tecnici di vario livello). Ma non è solo per questo che non si è presentato ad Abu Dhabi dove c'era aria di disfatta e una struttura del team ancora nella bufera nonostante i numerosi recenti ribaltoni. L'ultimo, molto più di una voce, vede un nuovo cambio al vertice della Gestione Sportiva. In poco più di sei mesi sembra abbia concluso la sua avventura nel Circus Marco Mattiacci, il giovane manager romano che pare Marchionne in persona avesse voluto come team principal al posto di Stefano Domenicali, ora approdato all'Audi per valutare lo sbarco dei Quattro Anelli in F1, ma all'epoca vittima di un periodo troppo lungo di sconfitte e di un'imbarazzante poca competitività della F14T, il bolide ibrido che avrebbe dovuto sbaragliare la concorrenza e accompagnare finalmente Alonso al sospirato Titolo.



IL PUNTO DI RIFERIMENTO

Soprattutto non c'è più Fernando, la roccia, il baluardo a cui Maranello è sempre rimasta ancorata nei momenti difficili. Ieri Fernando ha chiuso 9°, appena davanti a Raikkonen, staccato di un minuto e mezzo, quasi doppiato. Ma quando ha voluto ha scavalcato Kimi in pista con una rapidità disarmante, mandando per qualche giro in tilt il finlandese che quest'anno è uscito molto ridimensionato. Fernando ha lasciato la Rossa a Sebastian, certamente non l'ultimo arrivato, ed ha salutato i tifosi con un messaggio da brividi: «Sarò ferrarista per sempre». Cosa è accaduto con Mattiacci al momento non è facile sapere, ma sembra che Marchionne abbia deciso di puntare su un manager più esperto di F1 e di corse, uno degli uomini che conoscono meglio i segreti del Circus di Bernie Ecclestone. Maurizio Arrivabene lavora in F1 come sponsor della Ferrari (e non solo) da oltre venti anni, ha relazioni con tutti, amici e meno amici. Maurizio è anche uno dei vice presidenti della Phillips Morris nel board della quale c'è Sergio Marchionne. «Essere partner di lungo corso di un'azienda che capitalizza 140 miliardi di dollari è un certo valore...», ha recentemente dichiarato il manager canadese. Arrivabene potrebbe riuscire dove Marco si è arenato, trovare il consenso degli altri per cambiare le regole condizione indispensabile per un recupero immediato. Ma è stato Mattiacci a convincere Vettel a fare il grande salto e Seb potrebbe trovarsi subito senza il riferimento, l'uomo che gli ha illustrato un progetto che avrebbero dovuto realizzare insieme.