Seb e “Eva”, una coppia perfetta. Sovvertendo ogni pronostico Sebastian Vettel e la Ferrari dominano il Gran Premio di Malesia e, con un colpo di bacchetta magica, cancellano un 2014 per entrambi da incubo.
Se il fenomenale tedesco non vinceva più dal 24 novembre 2013, quando il Brasile centrò la nona vittoria consecutiva portandosi a casa il quarto titolo di fila, l'assenza della Rossa dal gradino più alto del podio era ancora più lunga. Bisogna infatti risalire al 12 maggio 2013 per ritrovare il Cavallino in testa sotto la bandiera a scacchi. Fernando Alonso, solo quinto sulla griglia del GP di Spagna, riuscì a precedere al traguardo l'attuale ferrarista Raikkonen al volante della Lotus di Allison (l'attuale direttore tecnico di Maranello) e il compagno di squadra Massa (quarto Sebastian con la Red Bull che poi dominerà il Campionato).
IL GRANDE RECUPERO
Nell'epocale impresa di Sepang c'è poca fortuna e tanta abilità: una grande consistenza tecnica della SF15-T performante da tutti i punti di vista, una prestazione senza sbavature di Seb e un comportamento della squadra (strategia e operazioni ai box) assolutamente perfetto.
LA RIVALE DELLE FRECCE
Certo è anche il fatto che ora fra Maranello è Stoccarda ormai non ci sono altri rivali: le Williams-Mercedes possono attualmente aspirare alla terza piazza e la situazione della Red Bull è quasi imbarazzante con i suoi bolidi preceduti al traguardo da entrambe le monoposto del team satellite Toro Rosso che utilizzano la stessa motorizzazione ed hanno due piloti poco più che bambini. In prospettiva fa più paura la McLaren che, per ammissione di Alonso, ha fatto molto meglio di Melbourne ed ha «ampi margini di sviluppo» nonostante il doppio ritiro di ieri. «Se continua così fra qualche gara ci divertiremo anche noi...», ha commentato sorridendo lo spagnolo nonostante il cazzotto sullo stomaco di vedere la sua Rossa con il poco amato Vettel prendere a ceffoni le Mercedes. La gara è stata più avvincente che in Australia e questa volta le Frecce che dovevano recuperare hanno sicuramente spinto fino in fondo, ma Seb non si è intimorito, ha controllato con la freddezza di un quattro volte iridato e ringraziato per l'inutile sosta in più effettuata dalla Mercedes.
L'INUTILE STOP
Al traguardo Hamilton è arrivato staccato di 8,5”, Rosberg di 12,3” (una sosta costa oltre 20 secondi). A confermare la forma Ferrari il quarto posto di Raikkonen (a 53”) davanti alle Williams, nonostante una partenza non buona, una foratura iniziale e una corsa nel traffico. Da una parte la perfezione di Seb che alla prima occasione ha fatto centro confermando che non si conquistano tutti i record di “gioventù” in F1 se non si è dei fenomeni. Vettel ha fatto rivivere l'impresa di Valentino Rossi in Sudafrica che nel 2004: alla gara d'esordio con la Yamaha che non vinceva da tempo riuscì a piegare Max Biaggi sulla Honda. Sul fronte opposto il team stellato è apparso quasi folgorato dall'aver intuito che quest'anno non sarà una passeggiata e tutti sono stati meno incisivi del solito, tecnici e piloti: non si cambiano le gomme più morbide dopo appena un paio di giri quando con quei pneumatici Vettel ci ha fatto oltre 15 giri costruendoci la vittoria.