Il futuro è un rebus. Le incertezze su progettazione e squadra rischiano di frenare la Rossa

Il futuro è un rebus. Le incertezze su progettazione e squadra rischiano di frenare la Rossa
di Giorgio Ursicino
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 12:19
Vettel e Raikkonen hanno cercato di mostrare sicurezza e ottimismo, ma per la Ferrari sta per iniziare un'altra stagione difficile. Rispetto a 12 mesi fa la Scuderia ha un volto e un organigramma profondamente diversi, nelle posizioni di vertice poche persone sono riuscite a conservare il posto che occupavano. E le nuove monoposto sono ormai quasi pronte e fra poco più di un mese dovranno mettere le ruote in terra per effettuare i primi collaudi che le porteranno al Gran Premio d'Australia in calendario il 15 marzo a Melbourne. L'esatto contrario di quello che è accaduto in Mercedes dove le performance e la stabilità sono andate di pari passo. Il team tedesco che per il terzo anno schiera gli stessi piloti, anche grazie alla superiorità dimostrata nel 2014 ha potuto lavorare con largo anticipo sul nuovo progetto sfruttando al meglio tutte le possibilità che il regolamento consente di intervenire sulle power unit. A Maranello, invece, hanno operato nella bufera con poche certezze e tanti timori visto che nei giorni scorsi sono usciti dal team personaggi con un ruolo chiave nella progettazione e nello sviluppo del bolide 2015. Certo i nuovi “nominati” erano già nella struttura, ma è evidente che Tombazis e Fry avranno dato un contributo rilevante ed ora non possono portare avanti il lavoro che avevano impostato. L'uomo forte, il responsabile tecnico James Allison, adesso ha tutto sotto il suo controllo e per lui non sarà una passeggiata. Il nuovo team principal Maurizio Arrivabene alla guida da nemmeno tre settimane è intervenuto con coraggio portando avanti la strategia di Marchionne: bisogna cambiare il più possibile perché nel recente passato sono poche le cose che hanno funzionato. Così non si è salvato nemmeno l'ingegnere giapponese Hamashima, un tempo boss della Bridgestone, che aveva il compito di far rendere al meglio gli pneumatici Pirelli sulla Ferrari. Oltre questo via vai di tecnici che per il momento non ha visto l'ingresso di grandi nomi, l'altra difficoltà che gli ingegneri hanno dovuto affrontare è quella regolamentare.



RIVEDERE IL REGOLAMENTO

È infatti noto che il Cavallino ha chiesto più volte (aveva iniziato Montezemolo già in primavera) e in diverse sedi la possibilità di rivedere un regolamento che invece sarebbe dovuto durare a lungo per garantire stabilità e contenere i costi. Con questa speranza nel cuore non è facile progettare poiché si rischia di procedere in più direzioni senza sapere quale sarà quella finale. Per recuperare l'enorme ritardo rispetto alle Frecce d'Argento il Cavallino avrebbe voluto cambiare più componenti di quelle previste e, soprattutto, avere alcune possibilità di sviluppo anche durante la stagione e non il “congelamento” completo come è stato lo scorso anno. Per arrivare a una svolta del genere serve il consenso degli avversari e l'opera di convincimento era stata portata avanti da Mattiacci senza raggiungere il risultato (questo potrebbe essere uno dei motivi dell'allontanamento).

Ora con il team principal di Stoccarda Toto Wolff ci riproverà Arrivabene, ma è veramente difficile progettare l'arma della rivincita in un'atmosfera di incertezza così forte. Marchionne, intanto, tesse la sua tela e i suoi interlocutori abituali non sono certo i team principal, ma Zetsche e Ghosn, rispettivamente numero uno di Daimler e Renault. Nessuno vuole concedere vantaggi ai rivali, ma a certi livelli mantenere buoni rapporti è un asset fondamentale e qualche apertura potrebbe arrivare. Lunedì Marchionne e Arrivabene ospitano i giornalisti a Maranello, un passaggio importante per capire a che punto siamo.