Il suo compagno Nico Rosberg, unico rivale in un'annata dominata dalle Frecce d'argento, si arrende all'ultimo round: tallona il 'nemicò sull'asfalto di Abu Dhabi per 45 minuti, poi viene azzoppato da un problema alla power unit. Il figlio d'arte chiude 13°, fuori dalla zona punti: almeno, non deve salire sul podio per partecipare ad una festa sgradita e non deve celebrare il titolo platonico di vicecampione.
I guai tecnici e la sfortuna, in realtà, non cambiano il copione chiaro sin dai primi metri. Nel deserto, il duello iridato si decide di fatto al semaforo verde: Rosberg stecca e non sfrutta la pole position, Hamilton lo brucia e alla prima curva è già davanti. Le due Mercedes cominciano a marciare con un ritmo insostenibile per la concorrenza. Per conquistare il titolo, Rosberg dovrebbe vincere la gara e vedere Hamilton relegato in terza posizione: dopo 10 minuti, le speranze del tedesco sono ridotte al lumicino.
Il leader deve solo evitare errori e sperare che ai box nessuno combini disastri. Archivia senza problemi il primo pit stop al 10° passaggio e rimane davanti al suo partner, che effettua la sosta 2 tornate più tardi. In pista, le Mercedes viaggiano con tempi gemelli e senza sussulti fino al 24° giro, quando Rosberg va largo alla curva 20 e regala altri decimi al leader, lontano ora 4 secondi.
Il peggio per Rosberg deve ancora arrivare: l'ERS cede, la potenza cala e la seconda metà del Gp diventa un calvario. È impossibile tener testa ad Hamilton e non si può nemmeno arginare l'attacco di Massa, che si prende il secondo posto. Per il tedesco, è l'inizio di una inesorabile discesa verso le zone più anonime della classifica.
Ai box della Mercedes la tensione è altissima: Hamilton supera indenne l'ultimo pit stop dell'anno nella 31a tornata e dovrebbe solo preoccuparsi di rimanere in pista fino alla bandiera a scacchi. Potrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione e magari lasciare il successo a Massa. Invece, continua a 'martellarè fino alla fine. Vuole chiudere alla grande e ci riesce: trionfo totale, il Mondiale è suo.
La festa del vincitore è tutta nelle sue prime dichiarazioni.«Mi mancano le parole, ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito, la mia famiglia e anche mia madre. È la giornata più bella della mia vita, ringrazio Dio e la mia macchina. È come se fosse la prima volta, ha più significato del mio primo titolo, ho forse fatto la più bella partenza della mia carriera e la macchina mi ha consentito di fare quello che volevo».
«Nico - aggiunge Hamilton durante la festa sul podio - ha fatto un grande campionato e mi dispiace che abbia avuto un problema, è stato molto professionale salutandomi dopo la gara. Nel corso di tutto l'anno è stato incredibile, soprattutto in qualifica e mi tolgo il cappello di fronte a lui».
Fernando Alonso saluta la Ferrari con toni più mesti, quelli di un nono posto al traguardo. «Un saluto a tutti, grazie di questa avventura e di questa esperienza. Tutti i piloti dovrebbero guidare una Ferrari, è qualcosa che non si può spiegare, ma tutti noi piloti vogliamo vincere. Come Massa l'anno scorso, che oggi è sul podio, io ora cerco i risultati».