Ferrari, il futuro è in rosso se la ruota non gira

Ferrari, il futuro è in rosso se la ruota non gira
di Giorgio Ursicino
3 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Settembre 2017, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 00:44
Dopo l'amarezza di Monza un'altra delusione proprio non ci voleva. Certo, come ha confermato il team principal Maurizio Arrivabene, a Maranello nessuno si arrenderà fino a che la matematica non emetterà il verdetto, ma dopo la notte orientale la corsa al titolo Piloti si fa tutta in salita ed ora restano solo due strade: dominare le 6 corse rimaste o sperare che i rivali incappino anche loro in una giornata sfortunata, con qualche contatto o qualche guasto meccanico, ipotesi che in F1 fanno parte del gioco. La prima opzione è poco credibile visti i risultati degli ultimi mesi: la Mercedes ha vinto 5 delle ultime 6 gare, Hamilton ha trionfato in 4 degli ultimi 5 gran premi.
Quanto al titolo Costruttori i giochi sembrano fatti e le speranze della nazionale tricolore compromesse. Con il doppio podio di ieri e il ritiro di entrambe le Ferrari (erano 36 corse di fila che almeno una delle due vetture finiva a punti), la corazzata tedesca ha portato il suo vantaggio oltre i cento punti (475 a 373), un margine difficile da colmare. In più c'è l'aspetto psicologico a giocare a favore di Hamilton e ad andare contro Vettel: tornare a casa con zero in pagella nella gara più favorevole toglierebbe il sorriso a chiunque. Il Campionato si giocherà su due piani, da una parte quello umano, dall'altra quello tecnico. Regolamenti a parte, i driver di Maranello ieri non hanno brillato. I commissari, dopo aver ascoltato i tre galletti che si sono azzuffati al via, hanno deciso di non punire nessuno: classico incidente di gara. Ma è anche vero che sarebbe stata una beffa dare ulteriori penalizzazioni a chi si era massacrato da solo. Come era avvenuto l'anno scorso in Cina (in mezzo c'era Kyvat) o a Spa (anche allora il terzo incomodo era Verstappen), i due ferraristi sono andati in rotta di collisione con troppa facilità. Per carità, l'autoscontro fra compagni di banco non è certo una rarità (basta ricordare le carezze fra Perez e Ocon quest'anno o quelle Prost-Senna e Rosberg-Hamilton), ma quando le gerarchie sono definite e il bersaglio grosso alla portata l'attenzione dovrebbe essere massima. Sebastian quando si è spostato a sinistra non poteva certo sapere che Raikkonen era scattato come un razzo, ma era al corrente che Kimi fosse da quella parte. Il finlandese si è infilato in un varco pericoloso affiancando un duro come Verstappen poiché doveva prevedere che nell'imbuto della prima curva ci sarebbe stato anche il suo caposquadra Verstappen. Max non sembra avere tante colpe, si è mosso poco e, forse, ha pure un po' frenato visto che Kimi è salito con la sua posteriore destra sulla posteriore sinistra dell'olandese. Raikkonen non ha nemmeno la giustificazione dello spazio poiché aveva margine fra la sua vettura e la linea di fine pista e poi c'era un altro pezzo d'asfalto prima del muretto. Verstappen, che è sempre sembrato più maturo della sua età, ha sintetizzato: «Un incidente di gara, ma ci hanno rimesso più loro che lottano per il Mondiale. Dovevano state più attenti...».
SERVE PIÙ ATTENZIONE
Sebastian, che sul ritmo di gara probabilmente non ha rivali per costanza e velocità, resta un po' fragile nel corpo a corpo, non è perfetto, tende all'errore. Dal punto di vista tecnico ieri la Mercedes ha messo un tassello nel suo carniere. La W08 ha girato come un orologio sia con le intermedie che con le ultrasoft staccando sempre con decisione Ricciardo la cui Red Bull doveva essere favorita sulla distanza.
I tedeschi, che hanno già omologato la quarta power unit a disposizione, a Singapore hanno smontato la 4 utilizzata a Spa e Monza (dovrebbe essere la più potente anche e può ancora consumare 1,2 kg d'olio ogni 100 km) e rimesso in campo la 3 protagonista a Silverstone e Spa. La Ferrari ha ancora un V6 da omologare, ma è messa peggio dal punto di vista delle altre componenti della power unit contingentate. Dopo la gara circolava nel paddock il rumors che, visto il vantaggio accumulato, la Mercedes potrebbe gettare nella mischia in quinto motore termico accettando la penalizzazione per essere più tranquilla nelle gare finali. Un'eventualità poco credibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA