Il coraggio delle scelte: ecco i motivi
che hanno fatto rinascere la Ferrari

Il coraggio delle scelte: ecco i motivi che hanno fatto rinascere la Ferrari
di Giorgio Ursicino
3 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Marzo 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:13
Le bocche sono cucite, ma l’entusiasmo è tanto. Dopo il disastroso 2016, finito senza nemmeno una vittoria e tutti i target falliti, la linea imposta dal presidente Marchionne e totalmente condivisa dal team principal Arrivabene è granitica: nessuna promessa, parleranno soltanto i fatti. Cercando di interpretare i segnali nell’aria solo due piccole crepe emergono dalla diga e da lì sprizza ottimismo: lo sguardo felice del top manager italo-canadese al salone di Ginevra quando parlava di F1 e il sorriso panoramico di Vettel sul podio di Melbourne. Certo, dopo un periodo tanto difficile si può essere contenti anche per una speranza o una giornata fortunata, ma l’esperienza dei due garantisce che c’è molto di più. La squadra corta e compatta con i punti di riferimento quasi tutti italiani ha certamente lavorato bene, è quasi sicuro che il Cavallino vincerà altre gare e sfiderà la Mercedes anche nel Mondiale. Per capire se questo è l’anno buono per riportare il titolo a Maranello dopo un decennio di delusioni bisognerà attendere lo sbarco in Europa in modo da verificare il comportamento della SF70H su tracciati con una configurazione diversa rispetto a quello australiano. L’aspetto che più fa sperare è che il progetto finora non ha mostrato punti deboli, il “pacchetto” funziona in tutte le aree, è omogeneo ed equlibrato, le varie componenti si integrano alla perfezione.

I tecnici del Cavallino hanno sfruttato al meglio le nuove regole, ottenuto maggior chiarezza su alcune normative interpretate con troppa fantasia dai rivali e hanno avuto il coraggio di fare scelte originali senza però rischiare. Non hanno allungato troppo il passo, come ha fatto la Mercedes per cercare efficienza aerodinamica in modo da compensare la maggior resistenza generata dagli pneumatici, ma hanno lavorato molto sui flussi, soprattutto sull’anteriore dove l’aria entra ed esce dal musetto. La SF70H ha buona velocità di punta, è stabile in frenata, reattiva nell’inserimento e nei veloci curvoni della pista di Barcellona ha fatto vedere di tenere bene la traiettoria, consentendo ai piloti di accelerare in anticipo.

Ottimo lo sfruttamento delle nuove Pirelli più larghe: a Melbourne si è avuta conferma che ora il Cavallino manda rapidamente in temperatura gli pneumatici e questo è fondamentale per fare delle buone qualifiche e conquistare posizioni privilegiate sulla griglia di partenza. Ma la Rossa 2017 appare anche perfettamente bilanciata poiché, com’è avvenuto in Australia, tratta con delicatezza le coperture anche sulla distanza. La power unit è ormai una certezza e i motoristi di Maranello potranno avere un ulteriore vantaggio dall’abolizione dei “gettoni” che contingentavano lo sviluppo dei propulsori durante la stagione.
Due ultimi aspetti fanno ben sperare, l’affidabilità e i piloti. Finora (test compresi) la SF70H non ha accusato alcun problema di rilievo e Vettel a Melbourne ha guidato in modo bionico. Se c’è da remare forse si innervosisce (ha sempre avuto buone macchine), ma se l’auto va è sicuramente un grande valore aggiunto, una vera macchina da guerra soprattutto in gara.
G.Urs.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA