L'IMPRESA È SERVITA
Serviva l'impresa, e impresa è stata, a cominciare dalla convulsa gara-1 del sabato quando, tra fango, pioggia e addirittura grandine, era arrivata una vittoria di misura, prima tolta, poi restituita dopo ben cinque ore di discussioni con la Giuria che, in un primo momento, aveva eliminato il giro finale dall'ordine di arrivo. In gara-2 bisognava completare l'opera: serviva battere la Van De Ven con uno scarto di tre punti. Risultato non scontato, con quell'apocalisse che si abbatteva sul tracciato di Villars, rendendo il circuito un pantano di fango. Kiara è partita terza, cercando di studiare la situazione, ma una grande pozzanghera l'aveva bloccata facendola scivolare in sesta piazza.
DALL'INFERNO AL PARADISO
Fine del sogno: quella rimonta per la conquista del titolo accarezzata e sfiorata sembrava oramai destinata a un triste epilogo. Nel motocross però, la parola fine si scrive solo dopo la bandiera a scacchi. Così, quel finale da Oscar si rivela all'ultima salita dell'ultimo giro decisivo. È in quella montagna di fango che la Van De Ven rimane impantanata, bloccata. Così, con la pioggia incessante, sul traguardo passavano la Duncan, la Lancelot e una Fontanesi inconsapevole di quanto stava accadendo: con quella maschera colma di fango non si era accorta di aver chiuso in terza posizione, di aver vinto il GP e aver conquistato il mondiale per un punto. Un finale da Oscar per Kiara, la grande bellezza del motocross.
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