MotoGp, Valentino Rossi alla scoperta
del nuovo circuito argentino di Rio Hondo

MotoGp, Valentino Rossi alla scoperta del nuovo circuito argentino di Rio Hondo
di Matteo Morichini
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Giovedì 24 Aprile 2014, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 11:42
Acque sulfuree ed alta velocit per una tappa distante, esotica e inedita. Il Motomondiale torna in Argentina dopo quindici anni d’assenza. La carovana delle due ruote non si ferma però a Buenos Aires (dove nel 1999 vinsero Kenny Roberts jr, Jacque e Melandri ndr) ma prosegue verso nord-ovest fino al nuovissimo Autodromo Termas de Rio Hondo, che prende il nome dall’omonima cittadina termale sul lago Dulce nella provincia di Santiago del Estero.

CIRCUITO ITALIANO

Creato da zero assieme a molte infrastrutture, il circuito Termas de Rio Hondo è lungo 4806 metri, largo sedici, con un rettilineo di oltre un chilometro; è stato costruito nel 2007 e reinterpretato nel 2012 dal designer italiano Jarno Zaffelli, titolare dello Studio Dromo: «Volevo una pista veloce e impegnativa – spiega Zaffelli – un posto dove i piloti si divertiranno a girare e dove gli farà piacere tornare». Il fatto che Suzuka sia il circuito preferito del designer fa ben sperare, così come il lay-out dell’autodromo ed i primi video on-board messi in rete dagli organizzatori.

Il giudizio più importante arriverà comunque nei prossimi giorni dai piloti del motomondiale. Sarà interessante capire chi si adatterà prima alle linee fluenti dell’autodromo argentino, quale “rider” troverà meglio il limite e chi tra Valentino Rossi, Marquez, Lorenzo e Pedrosa sarà il più costante e competitivo in una pista dove nessuno ha mai girato.

UN PODIO PER QUATTRO

I quattro big toccano il suolo argentino con stati d’animo diversi e classifiche agli antipodi. Lorenzo è reduce dal peggior avvio di stagione da quando corre in MotoGp. Dopo il crash in Qatar ha racimolato un misero decimo posto ad Austin a causa di una scriteriata partenza anticipata. Una sessione di relax termale prima del Gp a questo punto è obbligatoria. In Texas Rossi ha invece sbagliato qualcosa nel set-up perche la sua Yamaha ha sminuzzato una gomma anteriore Bridgestone, comunque non all’altezza. Pedrosa può sorridere per un secondo e un terzo posto, ma il suo problema è il suo team-mate Marc Marquez, perché il Cabroncito è già un leader assoluto. Ha due pole e due vittorie all’attivo su altrettante uscite ed una consapevolezza sempre maggiore dei suoi straordinari mezzi. La Honda poi offre garanzie su tutti i fronti e quando moto più forte e pilota più forte s’incontrano, si rischia un perdurante diktat. Il Mondiale però è appena iniziato ed il solido terzo posto di Dovizioso ad Austin su Ducati dimostra tutta l’imprevedibilità di questo sport ed i progressi della casa di Borgo Panigale con dall’Igna al timone.
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