Silverstone, vola il solito Marquez
Lo spagnolo leader, problemi per Rossi

Silverstone, vola il solito Marquez Lo spagnolo leader, problemi per Rossi
di Matteo Morichini
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Sabato 30 Agosto 2014, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 16:25
Marquez spazza via le nubi a colpi di gas e le Yamaha ufficiali scoprono l’amaro retrogusto del baratro. Così parlò il venerdì di Silverstone, dove il Cabroncito ha dominato i primi due turni di libere infliggendo distacchi siderali (dal mezzo secondo in su) alla concorrenza mentre le M1 di Lorenzo e Valentino Rossi, s’una pista teoricamente favorevole, chiudono la FP2 con l’undicesimo e il tredicesimo posto. Posizioni più da “Open” che da moto Factory. E così per Pedrosa che ha concluso la sessione pomeridiana con il nono tempo e 1”2 da recuperare al compagno di squadra. La previsione di un navigato Valentino nel post Brno «alla prossima gara Marquez vorrà stracciarci tutti» sta dunque prendendo forma, anche perché non saranno certo Bradl, secondo, o Dovizioso, ottimo terzo su Ducati, ad impensierire il leader del mondiale nel gran premio di Gran Bretagna. La Desmosedici è in costante crescita e rapida sul giro secco, ma il ritmo di Marc (2’02” alto) sulla lunga durata è attualmente inarrivabile.



I LIMITI DELLA YAMAHA

Silverstone poi, con il suo lay-out da brivido ed un asfalto pieno di avvallamenti, è un circuito che mette a nudo timori e incertezze. E quando non ti senti la moto cucita addosso, la figura barbina è pressoché garantita: «Abbiamo un unico problema – tuona Lorenzo – qui la Bridgestone ha portato gli pneumatici d’inizio stagione e ci siamo ritrovati con tutti i limiti di cinque mesi fa». Limiti che sulla Yamaha generano una catena di Sant’Antonio: «Pensavo di essere competitivo, invece la moto non ha grip in frenata e nemmeno a centro curva – precisa Valentino - ci manca trazione in uscita, vibra tutto. Quindi viene a meno il feeling e la velocità di percorrenza è bassa. Abbiamo cercato di modificare la distribuzione dei pesi ma la direzione scelta si è rivelata errata». L’analisi del Dottore fa luce sul ritardo di 1.826 secondi, ma non su come risalire la china, dove l’unica soluzione attuabile, che dà il metro del disagio, è «provare dei settaggi completamente differenti per vedere se riusciremo ad essere più veloci».



I tempi. 1. Marquez (Spa) 2’02.126; 2. Bradl (Ger) +0.509; 3. Dovizioso (Ita) + 0.885; 7. Iannone (Ita) +1.227; 13. Rossi (Ita) + 1.826.



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