Rio 2016, Schwazer costretto alla marcia d'addio. Nessuna possibilità di andare in Brasile

Rio 2016, Schwazer costretto alla marcia d'addio. Nessuna possibilità di andare in Brasile
di Emiliano Bernardini
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Sabato 23 Luglio 2016, 10:04
LA STORIA
ROMA Da Losanna a Rio de Janeiro. Tutto rimandato al giorno prima delle Olimpiadi. Il caso di Alex Schwazer non verrà più discusso nella sede del Tas con l'arbitrato inizialmente fissato per mercoledì 27 luglio, ma si trascinerà fino in Brasile. L'arbitrato sarà tenuto dalla commissione ad hoc del Tribunale Arbitrale dello Sport presente in sede olimpica. La Federazione mondiale di atletica leggera, con un documento inviato direttamente a Losanna, ha rifiutato l'udienza d'urgenza proposta dallo stesso Tas sostenendo che il procedimento è «irrituale». In quanto, secondo la Iaaf, ci sarebbe un procedimento che va oltre l'evidenza visto che sia le analisi sia le controanalisi sono risultate positive e quindi non reputano adeguata la sospensiva. La data scelta lascia molte perplessità: il 4 agosto. Il giorno dopo cominceranno i Giochi olimpici e questa decisione -di fatto- chiude definitivamente la porta della speranza, seppur minima, che Alex e il suo allenatore Donati stavano cullando.
RABBIA
La notizia è piombata come un macigno sulla testa di Schwazer. Il marciatore altoatesino ai microfoni di Radio Capital ha espresso tutto il suo rammarico per una decisione poco chiara: «Come mi sento? Ho vissuto momenti migliori. Non so cosa dire. Sono gli altri che decidono per noi. Noi possiamo solo reagire. Se mi hanno rubato la possibilità di vincere una medaglia? No, di vincere la gara. Che è diverso. Se l'udienza è il giorno prima dell'apertura dei Giochi Olimpici, con assenza di dibattito e con il giudice già stabilito c'è poco da dire. L'unica cosa che posso fare è continuare ad allenarmi: se il Tas si comporterà da Tas, saranno loro e non la Iaaf a stabilire quando ci sarà l'udienza. La mia speranza è quella. Cosa farò se mi impediranno di andare a Rio? Ne parlerò quando sarà il momento», conclude un Alex molto giù di morale. Una mossa, quella della Iaaf, che servirà unicamente ad escludere Schwazer dalle Olimpiadi: «Lui dovrebbe andare in Brasile e aspettare la decisione: se sarà a suo favore, potrebbe partecipare alle Olimpiadi, altrimenti tornerebbe a casa. Ma questo è un ulteriore atto che lede i diritti della difesa. Ora dobbiamo cercare di trovare un accordo sulle date, ma sembra quasi un ricatto della Iaaf per farlo dove e quando vogliono loro: se non accettiamo, non abbiamo un'udienza prima».
PAROLE DI FUOCO
Non usa mezzi termini invece il suo allenatore Sandro Donati che da subito ha portato avanti la tesi del complotto ordito nei confronti di Schwazer: «La federazione Internazionale di Atletica ha portato a compimento un piano di eliminazione nei confronti di Alex che è stato studiato a tavolino fin dal primo gennaio quando ha programmato uno strano controllo antidoping: una sorta di bomba a orologeria che ha poi fatto esplodere a giugno, così tardi che a quel punto è diventato difficilissimo difendersi. Questa mossa finale è di un'arroganza e di una viltà senza limiti, un'indagine giudiziaria francese ha dimostrato che questa federazione è corrotta gravemente, ma nonostante questo il Cio continua a lasciarla operare e commettere ulteriore danni gravi.
IL MORALE
Alex è stato distrutto nel morale e nelle energie nervose. Ha tentato con tutte le sue forze di reagire e di allenarsi al meglio, ma ora siamo arrivati alla parola fine, viene eliminato con gli imbrogli un atleta di grande talento e con lui stanno provando a mettere a tacere per sempre anche me». Una beffa per Schwazer che il 19 agosto difficilmente farà la sua marcia trionfale.