Ilaris Salis candidata con Avs per un seggio a Bruxelles, il nodo dell’immunità

Ilaria Salis
di Mario Ajello
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Venerdì 19 Aprile 2024, 06:30

No, nel Pd non era possibile una candidatura di Ilaria Salis. Perché il suo antagonismo non risulta compatibile con la cultura dem. Invece, con i rosso-verdi, la sinistra più di sinistra, la corsa di Salis - detenuta da 13 mesi in Ungheria con l’accusa di avere aggredito insieme ad altri compagni alcuni neo-nazisti - sta diventando un fatto reale pur in un susseguirsi di conferme e smentite. Che poi si condensano nella dichiarazione congiunta del padre dell’attivista milanese (di Monza in realtà) che di professione fa l’insegnante anche se adesso è rinchiusa nel carcere di Budapest e viene portata nell’aula del processo con le manette e i piedi bloccati e l’immagine clamorosa provoca choc: «Candidiamo Ilaria Salis all’Europarlamento - annunciano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, leader della coalizione Avs - e lo facciamo in accordo con suo padre Roberto».

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E così, i rosso-verdi si presentano al voto di giungo con un attacco a quattro: dopo Ignazio Marino (al Centro Italia), Leolouca Orlando (nelle Isole) e Mimmo Lucano (al Sud), ecco Ilaria Salis nel Nord-ovest. La scommessa è quella di superare il quorum del 4 per cento e di andare oltre il 6, come i sondaggisti ritengono possibile, e come simbolo dell’anti-fascismo militante e della persecuzione del totalitarismo di Orban amico della Meloni, per la sinistra-sinistra lanciare Salis è la mossa perfetta.

A proposito della Meloni, il capo del governo dice: «Non so se alla fine Ilaria Salis si candiderà, ma la sua eventuale discesa in campo per le Europee non cambia nulla rispetto al lavoro che sta facendo il governo» riguardo alla sua detenzione. Insomma, «verrà garantita comunque come è giusto». E ancora Giorgia: «La politicizzazione della vicenda, come ho già detto in passato, non so quanto possa aiutare il caso in sé, ma le scelte personali di Salis non mi permetto di giudicarle».

Tra smentite e conferme, hanno vinto queste ultime come era prevedibile. Perché l’ambasciata italiana in Ungheria segue la pratica burocratica, le carte che Ilaria dovrà firmare per la candidatura, che a questo punto è cosa fatta. Il nostro ambasciatore si sta occupando della vicenda, e farlo rientra naturalmente nel suo ruolo, e lui del resto è in contatto continuo con la donna italiana detenuta a Budapest, la quale può avere conversazioni al telefono libere e illimitate con il rappresentante italiano in Ungheria.

Lo scenario potrà essere quello che viene illustrato dai legali. Che però sono dubbiosi: «Sono incerte le conseguenze di una candidatura» dice l’avvocato ungherese Gyorgy Magyar, che spiega: visto che i fatti giudicati nel processo sono precedenti all'eventuale elezione, non si sa quale sarebbe la reazione della Corte, ossia se - nella sua interpretazione - l'immunità sia applicabile o meno.

Più ottimista l'avvocata Aurora D'Agostino dell'associazione dei Giuristi democratici : «Se sarà eletta al Parlamento Europeo, Ilaria Salis lascerà il carcere, credo che su questo non ci siano alternative, come eurodeputata dovrebbe essere scarcerata godendo dell'immunità, in base alle stesse regole del nostro Parlamento.

Ovviamente, il Parlamento Europeo potrebbe dare lo stesso l'autorizzazione al proseguimento del processo in corso a Budapest, ma intanto Salis vedrebbe la fine delle orribili condizioni di detenzione e contenimento che sta subendo nelle carceri ungheresi». Quanto all’avvocato Eugenio Losco, che segue Ilaria Salis, si limita a dire: «Non so se Ilaria Salis ha scelto di candidarsi, se così fosse è una scelta personale che rispetto».

LA COMPETIZIONE

Il Pd voleva candidarla nelle Isole, perché nel Nord-ovest c’è già in quota sinistra-sinistra Cecilia Strada, ma papà Salis si è preoccupato: «Se non la eleggono, in carcere verrà massacrata». E allora s’è fatto avanti Fratoianni e le ha detto che verrà messa in corsa nel Nord-ovest dove ha chance l’insegnante 39enne di Monza. Secondo l’ultima rilevazione di Youtrend, Sinistra Italiana viaggia tra il 3,9 per cento e il 5,6 per cento. Con l’apporto di Salis superare lo sbarramento del 4 per cento è alla portata. È una sfida al cuore dell’elettorato dem. Perché i voti per Salis sarebbero in buona parte quelli che hanno eletto Giuliano Pisapia, già sindaco di Milano ed europarlamentare uscente. Un elettorato liberal progressista che però voterebbe anche Cecilia Strada.

Nella sinistra del Nord si sta creando insomma un problemone. Il Pd teme la candidatura di Salis con Fratoianni e Bonelli e forse ha ragione. Perché l’attivista-antagonista catalizza l’anti-fascismo militante che in tempi meloniani è in grande revival. E in più, per i dem, già la concorrenza di Conte è fastidiosa, se si aggiunge quella rosso-verde forte di Salis la questione si complica ulteriormente. E potrebbe non bastare, a Schlein, l’icona di Enrico Berlinguer stampata sulle tessere d’iscrizione al partito. «Nessun nemico a sinistra», era il mantra del vecchio Pci. Ora il Pd si trova con due sinistre alla propria sinistra e in quella rosso-verde spicca in lista la martire del nuovo fascismo targato Orban e Ilaria potrebbe funzionare nelle urne.

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