Campidoglio, porte chiuse ai giornalisti per evitare fughe di notizie

Campidoglio, porte chiuse ai giornalisti per evitare fughe di notizie
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Mercoledì 8 Gennaio 2014, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 20:49
Campidoglio "blindato" alla stampa. Da ieri le porte di Palazzo Senatorio sono chiuse ai giornalisti che, diversamente da ci che avveniva prima, devono attendere gli addetti ai lavori all'ingresso.

Una decisione che sembrerebbe essere stata presa per evitare "fughe di notizie", che tanto hanno infastidito il sindaco Ignazio Marino, e il via vai dei cronisti nei corridoi del Comune di Roma. La ripresa del nuovo anno è coincisa con alcuni nodi importanti da affrontare, quali la questione della nomina dei vertici Ama e del bilancio 2014, ma anche con una "ramanzina" del sindaco Ignazio Marino ai suoi assessori. Il primo cittadino avrebbe chiesto loro un cambio di passo, più incisività nel loro operato. E una maggior discrezione con la stampa dopo che i giornali per giorni sono stati invasi dalle schermaglie tra gli assessori al Bilancio Daniela Morgante e ai Trasporti Guido Improta.



La decisione di non far accedere i giornalisti, spiegano dall'ufficio stampa del Campidoglio, si dovrebbe limitare per ora solo ad alcuni giorni in attesa che si definisca una nuova modalità di accredito dei cronisti per l'accesso a Palazzo Senatorio. E questo in particolare nei giorni in cui non sono previsti appuntamenti pubblici del sindaco e della sua squadra. Quello che si vuole garantire è la "riservatezza" degli incontri privati del primo cittadino e dei suoi assessori. Una delle ipotesi allo studio è una modalità d'accesso simile a quella utilizzata alla Camera dei deputati e al Senato: quindi una lista di giornalisti accreditati con dei pass "fissi".



Il segretario d'Aula dell'Assemblea Capitolina. «Tenere la stampa fuori del Campidoglio è l'inizio della fine del sindaco. Marino teme per la fuga di notizie e 'incolpa' i giornalisti ai quali impedisce di lavorare in quella che dovrebbe essere casa di tutti i romani, il Campidoglio, e non proprietà del sindaco, il quale dovrebbe temere più i telefoni della sua maggioranza dal quale presumibilmente escono notizie a lui sgradite, piuttosto che altre orecchie indiscrete». È quanto dichiara Dario Rossin, segretario d'Aula dell'Assemblea Capitolina.

«Fatto sta che con decisioni dispotiche e antidemocratiche come questa il Campidoglio rischia di trasformarsi nel Cremlino della vecchia Urss -conclude Rossin- un colpo durissimo al pluralismo d'informazione e alla dignità di Roma Capitale».



Fabrizio Ghera, capogruppo Fratelli d'Italia. «Probabilmente al sindaco di Roma non basta aver messo la Capitale in ginocchio e interrotto il dialogo con tutte le categorie di questa città, adesso sbatte fuori da Palazzo Senatorio anche i giornalisti, forse abituato ad avere stampa compiacente e controllata». È quanto dichiara in una nota Fabrizio Ghera, capogruppo Fratelli d'Italia in Campidoglio. «Il Campidoglio parla di 'semplici regole che sono allo studio per garantire la professionalità dei colleghì, in realtà suonano come un bavaglio alla stampa romana, sgradita semplicemente perchè racconta ciò che accade, ovvero i disastri e l'immobilismo della Giunta Marino - prosegue - Grave che il sindaco di Roma limiti la libertà di stampa, il Campidoglio è la casa dei cittadini e dovrebbe essere garantito il libero accesso anche alla stampa, Fratelli d'Italia esprime vicinanza e solidarietà a tutti i giornalisti».
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