dalla nostra inviata
MANZIANA (RM) - «Vorrei solo sentire la sua voce, sentirlo cantare per casa come faceva sempre», racconta Priscilla, la sorella di Paolo Pasqualini, a poche ore dalla notizia della sua morte (ucciso dai rottweiler a Manziana). Gli occhi pieni di lacrime, fa fatica a parlare, non si capacita di quanto accaduto. «È uscito questa mattina per andare a camminare, come faceva sempre, era un grande sportivo», racconta. «Ultimamente - continua - andava spesso al parco, quasi tutti i giorni, perché aveva un'infiammazione al nervo sciatico, quindi i dottori gli avevano detto che doveva fare movimento. Mai avremmo potuto pensare che sarebbe andata a finire così». La giovane ripercorre gli ultimi istanti trascorsi con Paolo nella mattina di ieri: «Mi aveva detto "ci vediamo dopo", avevamo parlato di studio, mi aveva chiesto dei consigli, poi era uscito con i pantaloncini e le scarpe da ginnastica con cui è stato ritrovato». «Si era iscritto da poco all'Università di Viterbo alla facoltà di scienze motorie, parlavamo spesso degli studi perché io sono iscritta alla facoltà di medicina quindi mi chiedeva consigli», spiega la sorella. È talmente sotto choc che non ha neanche chiesto agli inquirenti dei tre animali che hanno ucciso Paolo: «Non so nemmeno di che razza fossero, né se fossero così aggressivi. So solo che non ho più mio fratello, non ci posso neanche pensare», conclude rientrando in casa.
IL DOLORE
Alla porta si affaccia anche la mamma, che stringe il maglione intorno a sé, scuote la testa, non riesce a parlare.