@Srgt_Pepper_s
E’ l’ora del calzoncino, quello impietoso, anche per gli uomini. E della mini quella che va con i leggins ma anche senza. Con l’estate le taglie si uniformano, i tabù si sfumano, quando fa caldo Genoveffa non ha più vergogna, e si veste come Alice, chissene se il pantaloncino tira, chissene se la differenza è evidente. Le ragazzine acchittate tutte uguali si fanno coraggio: vedi tante fotocopie eppure ciascuna unica in giro per la città, la gonna nera corta e larga, lo shorts sgambato, e chissà dietro quante prove, quante ansie, quanta vergogna si cela dietro ogni passo, sempre alla ricerca del modello acciuga, sempre a guardare come cade sui fianchi alle altre. Ma la moda non si discute, acqua e sapone o semplici veline, la divisa è sempre la stessa, canottiera, shorts, converse, non appena arriva il bel tempo coscette e cosciotti si scoprono, per giunta ancora impietosamente bianchi. Non sanno che gli sguardi non saranno mai severi come i loro di giudizi, che il mormorio alle loro spalle sarà a vita un misto di allupati, moralisti, commentatori estetici d’ogni grado. Pochi giorni, il tempo di far abituare l’occhio e gli ormoni, dopo tanti jeans e cappotti in giro e anche le cosciotte passeranno inosservate, tranquille. Ad agosto poi saranno sdoganate, finalmente il calzoncino a “vita alta” cadrà nell’anonimato. Nel frattempo, conviene evitare un uso sconsiderato e soprattutto ricordare, che è delle donne, poi alla fine il giudizio più feroce.
raffaella.troili@ilmessaggero.it