Rugby, l'ex capitano degli All Blacks Jerry Collins muore con la moglie in un incidente stradale in Francia, gravissima la figlia di tre mesi

Rugby, l'ex capitano degli All Blacks Jerry Collins muore con la moglie in un incidente stradale in Francia, gravissima la figlia di tre mesi
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 5 Giugno 2015, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 11:09
Jerry Collins si era fatto quel "coperchio" di capelli biondi ossigenati un po' troppo cool per il rugby, ma non ce ne sarebbe stato bisogno per riconoscerlo al volo in campo tanto era devastante e al tempo stesso elegante la sua azione. L'ex All Blacks è morto nella notte in Francia insieme alla moglie Alana Madill per le conseuenze di un incidente stradale. Gravissima la figlia di tre mesi, Ayla.
Un lutto che colpisce anche il leggendario Tana Umaga, cugino di Jerry, in questi giorni in Italia perché allena l'under 20 neozelandese impegnata nella coppa del mondo.

Secondo quel che s'è appreso, Collins, 34 anni, 48 caps con i tutti neri (con 3 da capitano) fino al 2008, si era fermato per un guasto della sua vettura sulla corsia di emergenza dell'autostrada A9 tra Montpellier e Beziers verso le 4.30 quando l'auto è stata travolta da un bus portoghese. Nulla da fare per lui e la moglie, mentre la neonata è stata trasportata in eliambulanza all'ospedale di Montpellier.

La notizia della morte dell'asso di origini samoane ha subito fatto il giro del mondo ovale: talento precoce e giù campione del mondo under 19 nel 1999, aveva debuttato a vent'anni negli All Blacks grazie a spaventose doti fisiche unite a un'agilità impressionante. Placcaggi devastanti e passaggi con mani da chirurgo, sapeva fare tutto, come videro anche i tifosi italiani al Flaminio durante il 10-59 inflitto dalla Nuova Zelanda agli azzurri nel novembre del 2004.

Collins, colonna degli Hurricans di Wellington, aveva poi giocato in Giappone e in Galles per poi trasferirsi in Francia al Tolone e quindi, attualmente, al Narbonne, nella serie B.

Aveva un carattere molto aperto, sempre disponibile, era uno che "faceva gruppo".
Chi scrive ebbe l'onore di allenarsi anche con lui sul campo della Capitolina nel 2004, in particolare sulla macchina della mischia. Come tanti altri assi di quella squadra, alla fine della sessione Collins invertì a sorpresa i ruoli e, torreggiando sul cronista spalmato sulla panca, si mise a fargli domande sul rugby italiano e su Roma: le risposte erano note all'intervistato, ma non c'era più molto fiato per i dettagli. L'estrema affabilità del gigante che adesso, troppo presto, ha passato la palla.
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