L'Italia dura poco, il Galles dilaga nel secondo tempo: all'Olimpico finisce 20-61

L'Italia dura poco, il Galles dilaga nel secondo tempo: all'Olimpico finisce 20-61
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 21 Marzo 2015, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 21:59

​Una resa, nella ripresa, incondizionata e soprattutto incomprensile dopo quello che era accaduto nel primo tempo: da 13-14 a 20-61; 8 mete a 2 per i gallesi ai quali gli azzurri hanno servito l’arma “da fine di mondo” ovvero la possibilità di vincere il Torneo a patto di segnare una caterva di punti. Il Galles ha insomma polverizzato gli azzurri che dopo il ko da record contro la Francia (nemmeno un punto sul tabellino) incassano anche un altro tipo di catastrofe: mai una batosta così umiliante in casa in 16 edizioni del Torneo, la seconda peggiore in assoluto dopo l’80-23 subìto a Twickenham nel 2001.

L’impotenza mostrata da Ghiraldini e compagni nell’arco di 12 minuti (dal 47’ al 59’) sarà ancora una volta materia da psicologi.

O da astronomi tanto si sono eclissati, con 24 ore di ritardo, gli azzurri. Fino al 47’ una partita magnifica, punto a punto, poi il crollo: 4 mete (tre di North!) e il sorgere dell’affascinante speranza nell’animo dei gallesi che hanno moltiplicato le forze una volta compreso che potevano davvero vincere il Sei Nazioni se avessero macinato punti a livello industriali. Che è quello che hanno fatto con una verve tanto eccitante da vedere per gli 8mila in maglia rossa all’Olimpico quanto devastante per i 57mila fedeli italiani.

Gallesi aiutati, va detto, da due gialli (Masi e Geldenhuys) sventolati dall’erratico arbitro neozelandese Pollock e da un troppo affrettato cambio dell’intera prima linea Rizzo-Ghiraldini-Castrogiovanni che Brunel ha mandato fuori già al 50’ quando ancora dominava i rivali.

L’Italia, che con questa debacle finisce per falsare l’ultimo turno del Championship (e fioccheranno le critiche), è sparita dagli schermi fino all’80, quando Sarto in fuga ha segnato una bella ma davvero inutile meta trasformata dalla bandierina da Orquera. Beffa nella beffa: ieri Haimoina e lui non hanno sbagliato un penalty ma è servito a nulla

Che peccato dopo il primo tempo da urlo. Roba da mettersi a piangere pensando alla miseria vista contro la Francia rispetto alla magnificenza degli azzurri che nei primi 40 minuti hanno prima di tutto schiacciato i gallesi nelle fasi statiche: tre mischie per noi e tre penalty. Un carburante favoloso per il morale. E poi Haimona che centra i pali già l primo minuto, poi si rompe il radio del braccio destro, poi entra Orquera e infila un calcio anche lui. Dall’altra parte Halfpenny, neanche a dirlo, trafora i nostri pali e disegna il grubber rasoterra che manda in meta il medico Roberts al 18’ per il primo sorpasso.

Ma questa Italia c’è tutta, c’è sempre, e con la sua arma migliore, il maul avanzante che al 24’, dpo i break di Gori e Orquera, fa sfondare Venditti in meta per il controsorpasso al 24: 13-11. E’ un testa a testa, un corpo a corpo che incendia la stadione su cui si affaccia il sole. E al the si va sul 13-14 (calcio di Biggar allo scader), un risultato che alla vigilia sembrava fantascienza.

Lo era, ma, purtroppo, rispetto a quello che sarebbe accaduto dopo.

Marcatori. Italia: 2 m. 24’ Venditti 80’ Sarto; 2 c.p. 1’ Haimona 10’ Orquera; 2 tr. Orquera. Galles: 8 m. 18’ Roberts 47’ L.Williams 49’ Roberts 54’ North 59’ North 66’ Webb 68’ Warburton 72’ S.Williams; 3 c.p. 7’ 12’ Halfpenny 40’ Biggar; 6 tr. Biggar.

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