Rugby, Sei Nazioni, Parisse: «E' la vittoria di tutta la squadra: dai veterani ai giovani al debutto»

Rugby, Sei Nazioni, Parisse: «E' la vittoria di tutta la squadra: dai veterani ai giovani al debutto»
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 28 Febbraio 2015, 21:14 - Ultimo aggiornamento: 21:15
dal nostro inviato

EDIMBURGO Piove che Dio la manda ed è pure freddo, ma decine di tifosi italiani attendono sotto la tribuna di Murrayfield gli azzurri che stanno per terminare il banchetto ufficiale del terzo tempo in smoking.

E ad ogni passaggio si alzano applausi e ci sono selfie e autografi per tutti prima di infilarsi nella notte di Edimburgo che in quest casi diventa un po' meno gotica, soprattutto nella vecchia-nuova zona dei docks.



Poco prima Parisse, con il volto segnato dai lividi certo più dell'amico Castrogiovanni morsicato da un cane, aveva dato prova di modestia incalzato dai cronisti, anche loro alle stelle dopo tante trasferte amare. Lui, recordman di presenze azzurre con 111 (uguagliato Bortolami), è l'unico superstite della squadra che vinse nel 2007, unico successo dell'Italia a Murrayfield e finora unica impresa in trasferta degli azzurri. Parisse definisce una «vittoria collettiva aiutata anche da un po' di fortuna, che ultimamente ci era mancata». «Avevamo tanti infortunati, anche giocatori che si fanno mordere da un cane - ha detto sorridendo nel dopopartita riferendosi alla disavventura di Castrogiovanni -, ma finalmente la sorte ci ha aiutato, specialmente nel finale quando bastava poco per non riuscire a completare la rimonta. È una vittoria meritata, una vera vittoria di squadra, nonostante i tanti errori che continuiamo a fare. Nessuno ci credeva, ma ce l'abbiamo fatta».



Il bello e il brutto di 80 minuti intensi sono riassunti cosi' da Parisse: «Regaliamo ancora troppi punti, vedi l'intercetto su Haimona, i calci sbagliati - ha spiegato -, ma poi abbiamo avuto la volontà di resistere. I cambi sono entrati con lo spirito giusto, nel finale dovevamo andare in meta con la mischia, l'avremmo meritato al di là della decisione dell'arbitro a nostro favore (meta tecnica, ndr). Nel complesso abbiamo fatto un'ottima partita. Ora avremo un altro atteggiamento e un'altra voglia contro Francia e Galles».



Il capitano ha ammesso alla fine di aver spronato i suoi prima e durante la partita, prima «spiegando loro che eravamo solo noi 23 contro tutti i pronostici a cercare una vittoria storica», poi «tirando su Haimona dopo l'intercetto che ha portato in meta gli scozzesi e incoraggiando Allan per la punizione sbagliata nella ripresa».



Il lavoro del capitano è anche e soprattutto questo e stavolta ha fruttato in pieno. Il commissario tecnico, Jacques Brunel, ha spiegato che «dopo una partita in difesa con l'Irlanda e una d'attacco con l'Inghilterra, l'Italia ha finalmente trovato più equilibrio. Non è stata certo una partita perfetta ma siamo stati capaci di mettere gli scozzesi in difficoltà. Abbiamo fatto, credo, un passo avanti importante. La vittoria di sicuro ci dà fiducia, ma Lavoreremo per migliorarci ancora per affrontare al meglio le ultime due partite all'Olimpico».



È ottimista il presidente della Fir, Alfredo Gavazzi: «Dopo questo successo penso davvero che possiamo vincere le due a Roma.
Questa Italia ne ha le qualità». Magari meglio non allargarsi, ma di sicuro già prima di questa impresa scozzese si andava verso 50mila presenze all'Olimpico per la Francia il 15 marzo e qualcosa in più per il Galles il 21. Chissà adesso.
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