Rugby, il veterano Bernabò: «O'Shea nuovo ct e Gori nuovo capitano, si parte con entusiamo per sfidare Pumas, Usa e Canada»

Valerio Bernabò
di Christian Marchetti
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Mercoledì 1 Giugno 2016, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 18:26
Partenza per le Americhe prevista domani sera, 2 giugno, alle 18.45 da Fiumicino. Volo per Buenos Aires con scalo a Londra. Sembra fatto apposta: tutti verso una nuova avventura facendo però prima capolino in quella capitale inglese dove Conor O'Shea, ct azzurro da nemmeno un mese, si è affermato come uno tra i tecnici più interessanti del rugby mondiale. L'Italrugby affronterà l'Argentina l'11 giugno a Santa Fè, gli Stati Uniti il 18 a San Josè e il Canada il 26 a Toronto. In un clima che più sereno non si può, come testimoniano gli allenamenti che si tengono in questi giorni a Roma, all'Acqua Acetosa.

«C'è tantissimo entusiasmo – conferma il 32enne romano seconda linea Valerio Bernabò, veterano del gruppo – ed è normale che sia così. È evidente che ci sia più voglia con l'arrivo del nuovo tecnico. Veniamo da una stagione piuttosto travagliata e c'è tanta voglia di non vivere né far vivere più determinate situazioni. Per noi giocatori è tutto molto stimolante, anche per via della presenza di uno staff allargato che contribuisce ad avere nuovi input, modulare nuove cose. Al momento l'obiettivo è mantenere alto il ritmo di allenamento e l'intensità, in modo che diventino abituali una volta che saremo in campo».

CAMBIAMENTI
Ma non soltanto. È fondamentale, infatti, metabolizzare le ultime terribili uscite sotto la gestione Jacques Brunel. «Sicuramente ci sarà qualcosa di diverso, ma non subito – frena Michele Campagnaro, 23 anni e l'ultima stagione nelle fila degli inglesi Exeter Chiefs – Ovvio che non possa cambiare tutto radicalmente, la filosofia di Conor e Mike (Catt, allenatore dell'attacco; ndr) verrà fuori più in là». In cosa consiste questa filosofia? Il centro azzurro ricorda gli Harlequins guidati dal ct irlandese: «Lui punta molto sul gioco aperto, studiando al massimo il coinvolgimento degli avanti oltre che dei trequarti nella manovra d'attacco. Forse vorrà portare questo in Nazionale. Del resto è un bel gioco, che se ha portato risultati positivi negli Harlequins può sortire gli stessi effetti qui». Comunque sia si guarda all'Inghilterra in tutti i sensi. «Questo tipo di allenamento ricorda molto quello che si usa da quelle parti. C'è grossa attenzione alla preparazione atletica, che non è però fine a se stessa bensì direttamente collegata al pre-gara, adeguata al ritmo della partita». In questo sistema, l'Italia guadagna un Campagnaro «con un anno estremamente formativo alle spalle. Mi sono trovato davanti a una nuova realtà, a nuove sfide, ripartendo da zero. Con l'arrivo di altri stimoli mi sono messo alla prova. Sarò un punto fisso tra i trequarti? Lo spero, visto che la concorrenza è dura. Così come spero di essere sempre all'altezza. E se avrò qualche responsabilità in più mi farà piacere».

ECONOMIA AZIENDALE
Come annunciato lunedì, capitano della spedizione sarà Edoardo Gori, che – per sua stessa ammissione – per lo stesso ruolo avrebbe invece scelto il compagno di Nazionale e di studi Bernabò.
I due stanno seguendo Economia dello Sport al Link Campus di Roma. «Ultimamente abbiamo lavorato sodo per preparare l'esame di Economia aziendale – riferisce Valerio – lui mi ha chiesto aiuto perché trovava qualche difficoltà. A ogni modo, al di là dei libri, c'è un ottimo rapporto tra noi e fa piacere ricevere questi attestati di stima da un compagno di squadra». Bernabò, di staff tecnici azzurri, ne ha visti tanti. Quello con cui si sta rapportando oggi è equipe estesa ed eterogenea. Mentre si torna a parlare di mental coach, figura che il seconda linea romano non vedrebbe male. «Che uno sportivo debba allenare anche la testa mi pare inevitabile. Anche gli All Blacks si avvalgono di un professionista di questo tipo e i risultati da loro raggiunti sono evidenti. In quanto responsabile per l'associazione giocatori (GIRA), ultimamente sono venuto a contatto con Roberto Merli e ho scoperto tante cose interessanti». Cercasi successi, magari anche attraverso lo psicologo. Per ora si incassano buoni vuoti all'università. Per la cronaca, infatti, in quell'esame Valerio ha preso 27, Edoardo 22. «Sì, ma avresti dovuto vedere la gioia. Sembrava avessimo vinto il Sei Nazioni».
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