La parodia dell'Haka del rugby a San Siro prima di Milan-Carpi indigna la Nuova Zelanda e gli All Blacks. Poi le scuse

L'inguardabile e irrespostosa parodia dell'Haka degli All Blacks inscenata a San Siro da figuranti per il MIlan e uno sponsor
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 22 Aprile 2016, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 19:37

Di tanto in tanto - non solo in Italia, eh, anche se ci distinguiamo - saltano fuori nelle aziende di pubblicità e di marketing dei "creativi" che andrebbero mandati in campo a giocare a rugby davvero contro gli All Blacks. Così, per imparare che non si prendono in giro miti, nel senso letterale di Robert Graves, e tradizioni altrui.

Questa volta dietro l'obbrobrio inscenato a San Siro prima di Milan-Carpi c'è uno degli sponsor dei rossoneri che per vendere creme di bellezza ha dato retta al "creatino" di turno che ha ideato la Tekitanka, una penosa parodia dell'Haka poi scimmiottata da goffi figuranti. E all'allestimento di questa pagliacciata - forse come consulente lavacoscienza - ha partecipato anche un ex tallonatore degli All Blacks Maori da qualche anno in Italia che attualmente allena un piccolo club di rugby lombardo. Dalla terra della lunga nuvola bianca, la Nuova Zelanda, non gli arriveranno parole di conforto anche se in gioventù è stato un buon giocatore. Basta leggere on line The New Zealand Herald, inorridito per la trovata di una squadra di rango come in Milan, poi - punizione divina - in affanno con il Carpi. Altro che la grinta degli All Blacks che tra l'altro nel 1999 fecero il tutto esaurito a San Siro contro gli azzurri. Da quella memorabile Haka alla Tekitanka: si sta male anche solo a scriverlo. E il logico epic fail planetario di Milan e sponsor per questa trovata non è di grande consolazione.

A ogni modo in questi giorni gira in tv anche un'altra Haka per turisti voluta da un colosso internazionale delle prenotazioni on line. Che però punta a richiamare visitatori in Nuova Zelanda e non a piazzare creme emollienti. Deprimente e senza giustificazioni la versione di qualche mese fa di Pierluigi Pardo e dei suoi accoliti in Tiki Taka, preceduta durante i mondiali di rugby in Inghilterra dalla per nulla ilare Hakarena, ma almeno lì a sfottere i neozelandesi erano giocatori inglesi campioni del mondo nel 2003, che comunque hanno portato una terribile sfortuna alla nazionale, eliminata con ignominia già al primo turno.

Meglio non toccare gli dei del rugby neozelandese, l'unico tre volte campione del mondo. Sempre in quei mesi venne riproposto in Italia un altro abominio, sotto forma di cartone animato: l'Haka della paradontite sconfitta da uno spazzolino o - scusate, ho cercato di rimuovere - un dentifricio. E si rischiò la crisi diplomatica quando la maggiore casa automobilistica italiana fece eseguire l'Haka degli All Blacks a un gruppo di donne per lanciare un'utilitaria. Haka in realtà significa solo "danza" e il mondo remoto dei maori ne ha mille versioni, per uomini e per donne.

Quella degli All Black debuttò nel 1888 con il primo tour in Inghilterra di una squadra maori, per poi esplodere nel 1905 quando la versione Ka Mate, ideata da un capo tribù nel 1820 per ringraziare gli dei di essere sopravvissuto in battaglia, stupì il mondo quanto la bravura dei primi "tutti neri". Se proprio si vuole usare l'Haka per fare pubblicità si può guardare quella dell'Adidas, sponsor "eterno" degli All Blacks, nel 1999.


Gli All Blacks, poi, sono fra i cinque brand sportivi più noti al mondo e tutto ciò che li riguarda, a cominciare dall'Haka, va trattato con rispetto e attenzione.


Non venne invece criticato, forse per la perentoria "chiusura" dello spot da parte degli scozzesi seminudi, un altro richiamo alla Haka che negli anni 90 propagandò un whisky. Ma in effetti quella reclame è di un livello decisamente superiore.

«L'AC Milan, uno dei più grandi club calcistici d'Europa, ha appena commesso il proprio suicidio sui social, e internet sta esplodendo». Scrive il quotidiano New Zealand Herald sulla Tekitanka a San Siro. Un'iniziativa che ha causata un'ondata di reazioni sui social media, da parte di appassionati e tifosi che giudicano sacrilega la parodia che il giornale neozelandese definisce «uno degli spot più orribili e disgustosi nella storia dello sport».

GLI AFFRONTI PRECEDENTI: DALLA PARADONTITE
ALLE AUTO AGLI SCOZZESI SENZA VELI 
di Paolo Ricci Bitti


«Avremmo voluto che una cosa del genere non fosse vera - scrive ancora l'Herald -. Questa è una di quelle volte in cui ti metti la testa fra le mani e ti chiedi a che punto sta arrivando il mondo?». 

LE SCUSE
La marea di critiche piovute da tutto il mondo ha infine spinto il produttore di creme a chiedere scusa, sia pure nella pagina Fb riservata a Nuova Zelanda e Australia: "Non sapevano dell'iniziativa di San Siro.

Il nostro marchio è diffuso in 200 paesi e sappiamo del grande valore dell'Haka per i maori e la Nuova Zelanda. Chiediamo scusa a tutti coloro che si sono offesi".

Paolo Ricci Bitti 


 

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